La dicitura «autonoma» accanto alla definizione di Soprintendenza della Reggia deve aver confuso le idee a chi avrebbe dovuto vigilare sulla correttezza dell'organizzazione degli eventi a Palazzo Reale. Di autonomia che sfiora l'autogestione si legge tra le pieghe dell'inchiesta che, alcune settimane fa, ha portato i carabinieri ad acquisire tutti gli atti inerenti gli eventi che si sono tenuti in Reggia nel corso del 2018 e il direttore ad interim, Antonio Lampis, a sospendere i «Martedì», aperture straordinarie del sito Unesco organizzate con la collaborazione delle associazioni per dare spazio a kermesse teatrali, musicali e altro. I magistrati indagano sui «Martedì», ma anche sulle mostre, le esposizioni e altre manifestazioni che si sono tenute l'anno scorso a Palazzo. Al momento non c'è, sul fascicolo aperto in Procura, una ipotesi di reato, né ci sono soggetti indagati, tuttavia i carabinieri sono tornati negli uffici della Soprintendenza per portare via altri documenti e i vigili urbani di Caserta hanno notificato due inviti a comparire a carico di altrettanti funzionari, addetti alla valorizzazione del patrimonio e alla sicurezza. Ché, trapela in questi giorni, nell'occhio del ciclone è finito l'anomalo ricorso a una oligarchia di ditte che si sono occupate dell'organizzazione degli eventi. Sempre le stesse. Come sempre gli stessi sarebbero stati i professionisti incaricati di preparare gli incartamenti utili a ottenere le autorizzazioni necessarie per la gestione degli eventi nei locali vanvitelliani.
Dal servizio di allestimento elettrico, e quindi luci e audio, agli affidamenti inerenti la pulizia dei locali dopo le manifestazioni. Sono solo due dei servizi nei quali, per tutto il corso del 2018, hanno lavorato sempre le stesse aziende, incaricate dalle associazioni che hanno organizzato gli eventi, pare sotto la «regia» di qualche funzionario della Reggia. Ma c'è di più. Come detto, anche i professionisti addetti a redigere i certificati per conto delle associazioni organizzatrici sarebbero parte di una «cricca». La Soprintendenza in questo non ha avuto un ruolo diretto, visto che le scelte sono in capo alle associazioni, ma spetta agli uffici della Reggia valutare la bontà delle richieste e vidimarle. E quindi procedere alle autorizzazioni. Gli accertamenti mirano a chiarire se ci sono stati favoritismi a determinate ditte e a determinate figure professionali. E in cambio di cosa.
Sta di fatto che, all'indomani del suo insediamento, Lampis ha bloccato i «Martedì» e subito dopo ha rivisto il tariffario, adeguando alla legge i costi a carico dei soggetti terzi che intendono utilizzare i locali della Reggia per eventi, servizi fotografici e matrimoni. Non è chiaro se il direttore dei Musei all'atto di insediamento abbia riscontrato delle anomalie dallo studio delle carte o se l'inchiesta in corso sia stata determinante per le sue scelte, ma in concreto l'altolà ha bloccato anche le manifestazioni che erano state autorizzate da chi lo ha preceduto. Intanto a Palazzo c'è chi è pronto a giurare che il nuovo direttore abbia imposto lo stop perché l'organizzazione e la gestione degli eventi ha avuto una fisionomia eccessivamente «autonoma» come si è evinto anche alla luce delle poco edificanti figure che il sistema di sicurezza della Reggia ha collezionato nel corso dell'ultimo anno. Furti avvenuti mentre erano in corso manifestazioni, come la clamorosa sparizione degli ex voto dalla mostra Terrae Motus, ma anche la «scomparsa», recentemente, di un voluminoso cavo elettrico mentre un gruppo di operai smontava gli allestimenti dopo una manifestazione.
Cosa a dato la stura all'indagine? Da un lato ci sarebbero state le lamentele di alcune ditte di livello internazionale che avrebbero lamentato pressioni da parte di alcuni funzionari. Soggetti che avrebbero cercato di influenzare le scelte delle aziende per favorire i soliti noti. Dall'altro qualche ex dipendente col dente avvelenato che pure ha parlato di ingerenze da parte di superiori per la gestione degli eventi. L'indagine, comunque, è ancora nella sua fase embrionale. Resta da aspettare cosa diranno le carte al vaglio degli inquirenti e cosa riferiranno le persone convocate in queste settimane in Procura.
«Martedì alla Reggia di Caserta»,
il pm accusa: sempre le stesse ditte
di Mary Liguori
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Giovedì 28 Marzo 2019, 12:00
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