Mascherine contraffatte,
Caserta capitale del falso

Mascherine contraffatte, Caserta capitale del falso
di Domenico Zampelli
Domenica 27 Giugno 2021, 14:00
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Caserta fra le capitali italiane nelle nuove frontiere della contraffazione, quelle nate a seguito della pandemia. Lo rivela il Censis, in uno studio realizzato con la collaborazione del Mise e dell'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi e presentato nei giorni scorsi attraverso un webinair. Fra i maggiori sequestri realizzati nel 2020 c'è infatti quello di un milione e 200mila dispositivi che dalla città della Reggia erano pronti ad essere smistati in tutto il territorio regionale. Fra gli altri territori citati nel rapporto c'è il frusinate, dove sono state sequestrate oltre un milione di mascherine, Firenze (oltre 600.000 mascherine) e la stessa capitale: a Roma sono stati rinvenuti 420.000 prodotti igienizzanti. Fra i maggiori centri di produzione c'era Napoli: a Forcella è stata rinvenuta una fabbrica abusiva destinata alla produzione e al confezionamento di dispositivi di protezione con loghi falsi e a Ponticelli una fabbrica di gel e prodotti disinfettanti. Su tutto il territorio nazionale sono stati ritrovati dispositivi di protezione, igienizzanti, termometri contraffatti e non sicuri, con in più la pericolosa vendita online di falsi medicinali per la prevenzione e/o la cura del Covid-19.

Quello della contraffazione era un fenomeno diffuso già prima della pandemia su tutto il territorio regionale, naturalmente con sensibili differenze: fra le province indicate ad altissima presenza di contraffazione con oltre un milione di pezzi sequestrati nel 2019 da Guardia di Finanza e Agenzia dei Monopoli compare Napoli (con Roma, Bari, Catania e Prato).

Caserta e Salerno, invece, rientrano nell'elenco delle province ad alta presenza di contraffazione in quanto hanno tra 100.000 e 1 milione di pezzi sequestrati. Media presenza di contraffazione per Avellino (tra i 10.000 e i 100.000 pezzi sequestrati nel 2019) e bassa presenza per Benevento (meno di 10.000 pezzi sequestrati). Su scala nazionale, per Caserta ciò vuol dire posizione 18 a livello nazionale nel 2019, con 192.723 prodotti contraffatti sequestrati (lo 0,7% del totale nazionale) e posto 13 nel complesso del periodo compreso fra il 2008 ed il 2019 (9 milione e 270mila prodotti sequestrati, percentuale nazionale dell'1,6%). Ma quali sono i prodotti maggiormente contraffatti da queste parti? Gli accessori per l'abbigliamento, al primo posto peraltro in tutte le province campane.

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Sottolineata dal Censis la presenza dei «falsi d'autore» realizzati a Napoli, dove da sempre è presente una grande tradizione di maestri orologiai, molti dei quali si sono formati in Svizzera lavorando per i marchi più famosi. Trattandosi di un circuito quasi amicale, non legato alla criminalità, questi artigiani realizzano le riproduzioni esclusivamente su ordinazione. In questi casi, protagonisti della produzione e della vendita sono cittadini italiani. Al secondo posto in Terra di Lavoro c'è l'abbigliamento, mentre a Napoli e Salerno sono prevalenti giochi e giocattoli, ad Avellino le apparecchiature elettriche e a Benevento le calzature. Per il resto, lo studio evidenzia come a Caserta esista una forte domanda di merce falsa: quella low cost, venduta nei mercati e sulle strade è prodotta nel sud-est asiatico, arriva e viene stoccata a Milano, Roma e Napoli. Quella di migliore fattura è in genere prodotta negli opifici clandestini presenti sul territorio della provincia di Napoli, per poi essere trasportata in piccoli quantitativi nelle case o per le strade del casertano. E nelle altre province? A Salerno una parte della merce arriva direttamente dal mare attraverso il porto, che però non rappresenta un hub di distribuzione verso altre aree del Paese. Per il resto, il mercato del falso vede protagonisti venditori stranieri che giungono in treno, auto, pullman dopo essersi riforniti nell'area metropolitana di Napoli. Anche ad Avellino è presente esclusivamente la vendita finale al consumatore di prodotti che sono imitazioni dei grandi marchi di abbigliamento, calzature, borse, ma anche apparecchiature elettroniche, giocattoli e profumi. Articoli venduti in particolare da cittadini di origine africana e asiatica, residenti sul territorio o che arrivano nella provincia spostandosi con treni e pullman tra le province campane: Ci sono peraltro anche cittadini italiani. Stessa situazione si registra a Benevento, dove però l'offerta di merce falsa è più bassa, circoscritta a particolari eventi quali potevano essere sagre e feste patronali, con merce low cost venduta da ambulanti spesso di origine senegalese, provenienti dall'area del casertano o del napoletano. 

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