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Mattarella a Casal di Principe live, omaggio alla memoria di don Peppe Diana: «La mafia ruba il futuro ai giovani»

La visita nel giorno in cui si commemorano tutte le vittime innocenti della criminalità organizzata

Sergio Mattarella a Casal di Principe
Sergio Mattarella a Casal di Principe
Martedì 21 Marzo 2023, 06:05 - Ultimo agg. 22 Marzo, 07:21

Magistrati di Napoli: Mattarella infonde fiducia

«Profonda gratitudine» al capo dello Stato, per la sua visita di oggi a Casal di Principe, in occasione della Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie, è stata espressa, in una nota, dalla Giunta esecutiva sezionale del distretto di Corte d'Appello di Napoli per la quale la presenza del presidente della Repubblica ha «un significato fortemente simbolico e infonde grande fiducia e concreta speranza ai cittadini di una terra tanto duramente ferita dalla presenza della criminalità organizzata». «La grande partecipazione popolare, in particolare di giovani - si legge nella nota - il ricordo ancora vivo di don Peppe Diana, 'un pastore esemplare, un eroe del nostro tempò, ucciso per mano della camorra il 19 marzo del 1984; l'operatività sul territorio di numerose associazioni e cooperative, impegnate nel sociale e nella gestione di beni confiscati alla criminalità organizzata, sono tutte testimonianze del lungo cammino compiuto per la legalità, frutto non solo dell'operato della magistratura e delle istituzioni ma anche e soprattutto della volontà di riscatto di una comunità ritornata interamente protagonista».

Cirielli: il ricordo delle vittime resti indelebile

«In occasione della Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, il mio commosso pensiero va alle donne e agli uomini che hanno pagato con la propria vita il caro prezzo della libertà di tutti». Lo ha dichiarato il Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, on. Edmondo Cirielli. «Il ricordo di tutti coloro che sono morti per mano delle mafie - magistrati, appartenenti alle forze dell'ordine, giornalisti, sindacalisti, preti, politici e semplici cittadini - resti indelebile e rappresenti per i posteri un perenne monito a continuare a combattere contro le organizzazioni criminali», ha aggiunto il Vice Ministro. «E le parole sagge e giuste del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella - stamattina a Casal di Principe per celebrare Don Peppino Diana, atrocemente assassinato dalla camorra nel 1994 - impreziosiscono la simbolica giornata dedicata alle vittime innocenti delle mafie», ha asserito Cirielli. «Servitori dello Stato, eroi moderni, caduti nella lotta al crimine organizzato. A loro la nostra più profonda gratitudine. Cosa Nostra li ha uccisi ma certamente non ha cancellato le loro idee e il loro impegno civile. Il loro luminoso esempio sia viva e perenne testimonianza per i giovani», ha concluso Cirielli. 

De Luca e l'omicidio di Napoli: «Recuperare valori»

«Abbiamo un problema che riguarda tutte le aree urbane, la realtà giovanile. Non possiamo non essere preoccupati. Dobbiamo mobilitarci tutti, a partire dalle famiglie, dalla scuola, alle associazioni sportive. Dobbiamo creare un altro clima generale, un altro sistema di valori». Così il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha risposto a Casal di Principe, a margine della visita del presidente Mattarella all'istituto Guido Carli, alle domande dei cronisti sull'omicidio del 18enne avvenuto a Napoli. «Da troppi anni ci siamo abituati alla violenza, dobbiamo recuperare valori, poi verrà anche il problema delle forze dell'ordine e la repressione, ma prima recuperiamo i valori».

 

La sorella di don Peppe: «Condividiamo il dolore»

«Con il presidente Mattarella abbiamo parlato, anche se per poco, dei nostri fratelli che entrambi abbiamo perso. È un dolore che non finisce mai, ma la sua presenza ci ha dato grande fiducia e speranza. E ancora piango se penso a quanto sarebbero stati orgogliosi della visita del oresidente papà, mamma e Peppe». Così Marisa Diana, sorella del prete martire, racconta l'emozione «troppo forte» provata oggi. Con Marisa c'erano il marito e i due figli, il fratello Emilio con la consorte e gli altri due figli, ed Augusto Di Meo, testimone oculare del delitto. 

«Il presidente è rimasto molto colpito»

«Al presidente Mattarella abbiamo mostrato il luogo del martirio, la sacrestia in cui fu ucciso don Diana, e lui è rimasto molto colpito e ha posto parecchie domande sulla vita prima di morire di don Peppe. Poi ci ha ringraziato per tutto ciò che abbiamo fatto per alimentare la memoria di don Diana». Lo racconta don Franco Picone, vicario della Diocesi di Aversa e parroco della chiesa di San Nicola di Bari dove fu ucciso nel 1994 don Diana.

Il vescovo: «Più speranza nel futuro»

«Vedere la presenza della più alta carica dello Stato qui incoraggia un cammino futuro, e nell'incoraggiarlo ci invita a essere protagonisti di tutto questo». Lo ha detto il vescovo di Aversa, monsignor Angelo Spinillo, all'uscita dalla chiesa di San Nicola di Bari dove il 19 marzo 1994 fu ucciso don Peppe Diana.

«Il presidente - ha raccontato il vescovo - ha espresso la sua attenzione ai luoghi in cui don Peppe Diana ha vissuto ed è stato ucciso e poi ha sviluppato questa attenzione all'annunzio del messaggio del Natale del '91, all'annunzio che deve poter essere per tutti noi di impegno a dialogare, a essere creativi perché si possa sviluppare una dimensione nuova del vivere sociale». 

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Il pacco alla camorra in dono

Pranzo al ristorante Nco (Nuova cucina organizzata) per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al termine della sua visita a Casal di Principe. I gestori del ristorante - che hanno preparato un menù con le eccellenze enogastronomiche tipiche del Casertano, dalla bufala dop al maialino nero passando per la melannurca e le fragole - hanno regalato al presidente anche il pacco alla camorra, una confezione di generi alimentari prodotti su terreni e beni confiscati ai clan.

«Siamo felici ed orgogliosi - scrivono in una nota i ragazzi del ristorante Nco - della visita del presidente Mattarella a Casal di Principe. La sua presenza oggi ha un significato fortemente simbolico e ci incoraggia ulteriormente a continuare il cammino. Grazie presidente. Casal di Principe ha bisogno di lei e del suo prestigioso interessamento, e deve andare oltre la repressione e costruire un nuovo orizzonte». 

Il pranzo nella cooperativa sociale Nco

Dopo un momento di raccoglimento nella sagrestia dove fu ucciso don Peppe Diana, il presidente Sergio Mattarella ha lasciato la chiesa di San Nicola di Bari.

Il capo dello Stato ha percorso parte della piazza a piedi, applaudito dai cittadini, e ha raggiunto l'auto per recarsi nella cooperativa sociale Nco dov'è previsto il pranzo nel ristorante realizzato in un bene confiscato alla camorra. 

La visita nella chiesa di don Peppe

Dopo l'intervento all'istituto Guido Carli a Castel Volturno, il presidente della Repubblica si è recato alla chiesa di San Nicola di Bari dove don Peppe Diana era parroco ed è stato ucciso. Ad attenderlo anche il vescovo di Aversa, Angelo Spinillo e don Franco Picone che è stato il successore di don Diana. Davanti alla parrocchia si sono radunate tantissime persone, tra cui molti bambini che hanno cantato l'inno di Italia. Don Peppino fu ucciso nella sagrestia della parrocchia il 19 marzo del 1994, nel giorno del suo onomastico. 

La fotografia con gli studenti

«Presidente, i ragazzi vorrebbero fare una foto con lei», «Prego, è lei che comanda». È il simpatico botta e risposta tra il capo dello Stato Sergio Mattarella e il giornalista che presenta l'iniziativa all'istituto Guido Carli. Mattarella s'è fatto fotografare con gli studenti e a tutti loro ha detto: «Dovete essere fieri di vivere in questa città che ha saputo avere questa rinascita. Ricordate sempre che siete la generazione della speranza quella cui don Diana ha passato testimone della legalità». 

«La mafia teme più la scuola che i giudici»

È un monito forte, quello di Sergio Mattarella. «Le istituzioni sono chiamate ad abbattere le barriere che impediscono ai giovani di realizzare i propri sogni nel territorio in cui hanno le loro radici», dice.

E avverte: «Un grande magistrato, conoscitore dell'organizzazione mafiosa, Antonino Caponnetto, soleva ripetere che i mafiosi temono di più la scuola che i giudici, perché l'istruzione taglia l'erba sotto i piedi della cultura mafiosa. In questa scuola, con i vostri docenti, state ponendo le basi per un futuro migliore, per il vostro territorio e per la vita delle vostre comunità. Sono venuto a portarvi l'apprezzamento e l'incoraggiamento della Repubblica. L'Italia guarda a voi con attenzione, solidarietà, simpatia, fiducia». 

La citazione di Giovanni Falcone

«La lotta alle mafie riguarda tutti, ciascuno di noi. Non si può restare indifferenti, non si può dire: non mi riguarda. O si respingono con nettezza i metodi mafiosi o, anche inconsapevolmente, si rischia di diventarne complici. Battere la mafia è possibile. Lo diceva Giovanni Falcone: La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine». Così, citando Falcone, il presidente Sergio Mattarella chiama tutta la platea al senso di responsabilità. E ancora, «la Repubblica Italiana - scandisce Mattarella - considera prioritaria la lotta a tutte le mafie. Con leggi e strumenti avanzati, grazie all'impegno di inquirenti e forze dell'ordine sono state disarticolate organizzazioni potenti e minacciose, capi arroganti sono stati assicurati alla giustizia, intere aree sono state liberate dalla oppressione mafiosa». 

L'omaggio a don Peppino Diana

Nel giorno della commemorazione delle vittime innocenti delle mafie, Sergio Mattarella celebra don Peppino Diana: «Prima di venire qui, nella vostra scuola, mi sono recato al cimitero, davanti alla tomba di don Peppino, dove ho incontrato i suoi familiari. Don Peppino era un uomo coraggioso, un pastore esemplare, un figlio della sua terra, un eroe dei nostri tempi, che ha pagato il prezzo più alto, quello della propria vita, per aver denunciato il cancro della camorra e per aver invitato le coscienze alla ribellione. Don Diana aveva capito, nella sua esperienza quotidiana, che la criminalità organizzata è una presenza che uccide persone, distrugge speranze, alimenta la paura, semina odio e ruba il futuro dei giovani. Usava parole cariche di amore, come ha ricordato Maria. Parole chiare, decise, coraggiose. Dopo l'uccisione di un innocente scrisse: Non in una Repubblica democratica ci pare di vivere ma in un regime dove comandano le armi. Leviamo alto il nostro No alla dittatura armata». 

«La mafia è violenza e viltà»

«La mafia è violenza ma, anzitutto, viltà. I mafiosi non hanno nessun senso dell'onore né coraggio. Si presentano forti con i deboli. Uccidono persone disarmate, organizzano attentati indiscriminati, non si fermano davanti a donne e a bambini. Si nascondono nell'oscurità». È questo il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, da Casal di Principe. 

Davanti a una platea di studenti e professori, il capo dello Stato esalta il riscatto di questa terra martoriata: «È con grande partecipazione che mi rivolgo a voi, ragazze e ragazzi, che vivete la vostra giovinezza in questa terra, in passato così duramente ferita dalla presenza della criminalità organizzata. E che ora è protagonista di una stagione straordinaria di fermento e di riscatto. Cari studenti, questo incontro è dedicato a voi, testimoni di speranza». 

«Il sacrificio di don Diana non sarà dimenticato»

«Questo popolo ha riconquistato trincea su trincea la sua libertà, anche grazie al grande lavoro compiuto dai magistrati. Presidente, la sua venuta è il riconoscimento del cammino di questo popolo». Lo ha detto Renato Natale, sindaco di Casal di Principe nel suo intervento nella scuola Guido Fermi.

«Quel giorno di 29 anni fa - ha detto Natale ricordando l'omicidio di don Peppe Diana - cominciava il lungo cammino di riscatto di questo territorio e di questa città. Negli anni si sono sviluppate iniziative per legalità, sono nate associazioni, sono stati riutilizzati beni confiscati che erano luoghi di malaffare. Finché sui muri della città è comparso lo striscione “Qui la camorra ha perso”. Presidente, la sua venuta è il riconoscimento del cammino di questo popolo. Il sacrificio di don Peppe Diana non sarà dimenticato». 

«È un sogno per i miei studenti»

«Per gli studenti è un sogno poter assistere alla visita del capo dello Stato, primo cittadino d'Italia, punto di riferimento per tutti, specie per i più giovani, che ha voluto dialogare con loro e questo è un segnale molto forte». Emozione ed orgoglio nelle parole di Tommasina Paolella, dirigente dell'istituto tecnico Guido Carli.

Casale ha accolto il capo dello Stato con un manifesto gigante di benvenuto affisso all'entrata della cittadina e uno striscione appeso al ponte d'ingresso. «Questa scuola - aggiunge la Paolella - rappresenta la comunità di Casal di Principe, una cittadina rinata proprio dalla morte tragica di don Diana; da quel 19 marzo del 1994 è nata questa strada di riscatto che anche le associazioni le scuole hanno cercato e voluto. È lento e faticoso il percorso di riscatto ma pian piano riusciremo a trovare l'energia giusta per creare un futuro migliore in queste terre». 

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L'inno nazionale ail'Istituto tecnico Guido Carli

Dopo la visita privata sulla tomba di don Giuseppe Diana, il presidente Sergio Mattarella è arrivato nell'Istituto tecnico Guido Carli di Casal di Principe accolto dall'inno nazionale cantato dagli studenti. «Al presidente dirò di non dimenticare questi nostri ragazzi», le parole di Tommasina Paolella, dirigente scolastico dell'Istituto tecnico. 

L'arrivo di Mattarella a Casal di Principe

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato alle 10.30 come da programma al cimitero di Casal di Principe per rendere omaggio a don Giuseppe Diana, il sacerdote ucciso dalla camorra 29 anni fa. Ad accoglierlo, il sindaco di Casale, Renato Natale e i fratelli di don Peppino, Marisa ed Emilio. 

 

La commemorazione delle vittime della camorra

Non solo don Giuseppe Diana. Oggi a Casal di Principe saranno ricordate anche altre cinque vittime della camorra e saranno presenti i loro familiari: in particolare i congiunti delle tre insignite con la medaglia d'oro al valor civile, ovvero Domenico Noviello, Federico Del Prete e Salvatore Nuvoletta, e quelli di Antonio Petito e Antonio Di Bona.

La lettera degli studenti

«Nostro caro presidente», è l'incipit della lettera (gli sarà consegnata oggi) indirizzata al capo del Quirinale scritta dagli studenti del tecnico di Casale che è parte della comunità «A piccoli passi» per la memoria di don Peppe e che conta oltre 20mila giovani. A Mattarella gli studenti chiedono di «indicare l'orizzonte per il nostro futuro. Non smettere di disturbare l'indolenza e la superficialità degli adulti, incapaci di corrispondere ai nostri bisogni. Noi ragazzi Casalesi e della Terra dei fuochi saremo con te, in testa al movimento di vita nuova che vogliamo suscitare. Lo faremo, dando fondo a tutte le nostre energie, come uomini, piccoli ma responsabili, che si sentono chiamati a custodire la vita».

Il programma della giornata

La prima tappa del presidente Sergio Mattarella sarà al cimitero presso la cappella della famiglia Diana dove è sepolto don Peppe e dove incontrerà i più stretti familiari. Ci saranno i fratelli del prete anticamorra, Emilio e Marisa con coniugi e figli, e Augusto Di Meo, testimone oculare del delitto ma mai riconosciuto dallo Stato come testimone di giustizia.

Poi dal cimitero, subito dopo, il Capo dello Stato si sposterà nel vicino istituto tecnico Guido Carli (unico evento pubblico della giornata) per incontrare gli studenti delle superiori di Casal di principe, oltre, tra gli altri, al sindaco Renato Natale (primo cittadino quando si consumò l'omicidio), il governatore Vincenzo De Luca e il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo. 

Sarà una visita densa di significato quella che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella terrà a Casal di Principe oggi, giorno in cui si commemorano tutte le vittime innocenti della criminalità organizzata. Il capo dello Stato renderà omaggio alla memoria di don Peppe Diana, il sacerdote ucciso dal clan dei Casalesi.

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