Fertilizzanti e soprattutto pesticidi e funghicidi sono altamente inquinanti per l'ambiente. Per questo motivo il loro utilizzo deve necessariamente e obbligatoriamente seguire protocolli rigidi, per non mettere a rischio la salute pubblica dell'area agricola dove sono impegnati. E soprattutto, una volta completato il ciclo d'uso, i loro contenitori (solitamente flaconi plastici da mezzo litro o da uno, ma anche taniche da cinque litri), devono essere smaltiti con molta attenzione. Queste avvertenze sono tutte ben indicate anche nel retro degli stessi contenitori, migliaia dei quali, però, si trovano desolatamente sull'arenile di Castel Volturno, spiaggiati soprattutto alle foci dei Regi Lagni e del fiume Volturno. Deltakill, Fertiactyl, Electis, Tetrasolo e molti altri nomi per niente rassicuranti si leggono ancora sulle etichette dei contenitori che si mischiano ad altri rifiuti marini arrivati sulla costa. I flaconi sono trasportati dai canali d'acqua superficiali nel mare. Da qui, poi, arrivano in spiaggia soprattutto nei periodi come questi di forti mareggiate e mare mosso. E questa per alcuni è solo la minima parte, quella che non resta sui fondali e che per l'ecosistema marino è molto più rischiosa di quella che invece spiaggia.
Sergio Bravi, ricercatore della Federico II del dipartimento di chimica, componente di un pool di studiosi che sta analizzando da un paio d'anni nell'ambito di un progetto volontario la salute delle acque domiziane, è molto preoccupato dalla continua scoperta di nuovi flaconi di fertilizzante sulle spiagge casertane. «Sono il simbolo dei cattivi comportamenti di parte degli agricoltori della parte interna della costa, dell'agro Aversano, dell'area a Nord di Napoli e del casertano dice il ricercatore i flaconi sono abbandonati da chi li ha prima utilizzati nel processo produttivo agricolo e poi smaltiti irregolarmente.
Insomma, il problema non è solo per Castel Volturno, dove la presenza dei flaconi spiaggiati cristallizza il degrado ambientale, ma globale. In attesa di fondi già richiesti per poter effettuare degli esami e ricerche specifiche sul fenomeno, il pool cui partecipa Sergio Bravi ha anche delle soluzioni per evitare la dispersione dell'ambiente dei flaconi di prodotti chimici. «L'acquisto nei consorzi agrari dice il ricercatore - dovrebbe essere rilasciato solo a chi ha un regolare patentino e obbligare gli agricoltori al secondo acquisto alla restituzione dei flaconi usati. Ma servirebbe anche controllo da parte della polizia postale, perché anche in rete c'è una fiorente vendita di tali prodotti, spesso illegale». Il mondo interno si avvia verso una transizione ecologica, ma una parte della Campania pare ostinata a non cancellare vecchie e scellerate abitudini. Anzi. Gli attacchi ambientali sembrano non aver fine e provengono da ogni direzione. Sulla Domiziana, soprattutto via acqua.