Migrante sventa furto in un negozio:
con la titolare mette in fuga il ladro

Migrante sventa furto in un negozio: con la titolare mette in fuga il ladro
di Vincenzo Ammaliato
Venerdì 22 Marzo 2019, 10:23 - Ultimo agg. 11:31
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Provate a calarvi per un attimo nei panni di una donna che gestisce un piccolo negozio di prodotti ittici surgelati situato nella zona più isolata di un quartiere periferico di una città di provincia. E che, poco prima dell'orario di chiusura, quando ha fatto buio già da un pezzo, all'ingresso dell'attività si presenti un uomo di colore in evidente stato di agitazione, vestito con abiti laceri, e che chieda con insistenza che gli sia aperto spingendo più volte la porta bloccata. Ebbene, considerando che nel negozio vi trovate soli con una collaboratrice, aprireste all'agitato sconosciuto?

E adesso continuate l'esperimento, cambiando personaggio, calandovi nelle scarpe di un uomo Africano che lascia famiglia e abitudini, miserie e disperazione della sua patria e affronta un disperato viaggio verso Nord a piedi lungo 6mila chilometri nella speranza di un riscatto non solo sociale, ma che arrivi in una nazione dove nessuno lo vuole, se non per fatiche pesanti e rischiose e per le quali venga pagato poco e a nero.

E che una sera, mentre si trovi a passeggiare in una strada del luogo dove sopravvivete, noti un ladro all'esterno di un negozio di alimentari che sta entrando nel deposito. Come vi comportereste nel suo caso, sfidereste una probabile reazione violenta del ladro scoperto per avvisare il gestore dell'attività commerciale che sta subendo un furto? Nel delirio di Castel Volturno capita anche questo, e i due personaggi di questa storia, non singolare per la città Domiziana, hanno entrambi paura; ma davanti al bivio sia l'uomo, sia la donna non si fanno vincere e varcano pressappoco insieme la soglia.

 
L'immigrato decide di denunciare il furto in corso, la commerciante di aprire la porta per consentirgli l'accesso. E in questa particolare zona d'Italia, dove vittime e carnefici, vinti e persi, bianchi e neri si mescolano e confondono, dove si sovrappongono e si incrociano, basta un urlo ben assestato su note alte di una commerciante per allontanare senza troppe storie il ladro da un deposito.

Il delinquente lascia le confezioni di surgelati che sta provando a rubare e scavalca la recinzione perdendosi nella pineta. Peraltro, si tratta di circa sessanta chili di merce messa da parte per portare via non si capisce neanche bene come, perché l'uomo appare neanche tanto muscoloso e sprovvisto di mezzi di locomozione, meno che di un complice.

Si tratta di un uomo bianco, uno dei tanti proveniente probabilmente dall'area nord della provincia di Napoli. Un ladro messo in fuga sia da una donna impaurita, sia da un uomo, anche lui spaventato, che per molti è venuto in Italia per rubare lavoro ai nostri connazionali. Ma qui siamo sulla Domiziana, dove tutti i giorni s'inverte ogni paradigma, dove non importa se sei ladro o vittima, se hai la pelle chiara o scura: a Castel Volturno tutti sono accomunati dallo stesso spirito, quello che consente fra le altre cose di non farsi vincere dalla paura e rialzarsi quando si cade per continuare il tragitto.

All'ingresso di Castel Volturno manca il cartello di «Benvenuto», come istallato in tante altri Comuni. Ma un po' tutti quelli che vivono qui, anche consapevoli di non trovarsi in una città normale, almeno un po' si sentono come a casa propria.
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