Ha lottato tra la vita e la morte per 15 giorni, poi, la sera di lunedì, il suo cuore ha smesso di battere. Non ce l'ha fatta Miriam Di Bernardo, la 30enne coinvolta in un drammatico incidente due settimane fa sulla Statale Appia, tra Camigliano e Pignataro Maggiore, proprio i due paesi nei quali la ragazza viveva e lavorava. Sono state due settimane di fiato sospeso e di dolore, per familiari e amici, di apprensione e di innumerevoli interventi chirurgici all'ospedale «Sant'Anna e San Sebastiano» di Caserta.
Poche ore dopo lo schianto, alla richiesta di sangue per Miriam da Camigliano e Pignataro c'era stato un pellegrinaggio di donatori, ma neanche questo è bastato. Tragica la sequenza, Succede tutto il 20 giugno scorso, intorno alle 2 di notte. Miriam viaggia in auto con il fidanzato Dario De Lucia, originario di Teano, lungo il tratto finale dell'Appia, all'altezza di Russo Center a Pastorano. È lì che avviene il tragico incidente. Lo schianto coinvolge diverse vetture e il bilancio è di altri tre feriti - il fidanzato Dario (con ferite più lievi) e un uomo e una donna che viaggiavano in un'altra auto (trasportati alla clinica Pineta Grande di Castel Volturno) -, ma subito ci si rende conto che le condizioni di Miriam sono le più critiche. Prima la corsa verso l'ospedale di Caserta, poi l'operazione chirurgica alla testa e la richiesta di sangue. Sullo sfondo, le preghiere di due intere comunità. Nulla di tutto questo è però servito. Così, ieri mattina Camigliano e Pignataro Maggiore sono rimaste attonite quando la notizia della scomparsa di Miriam ha fatto il giro di casa in casa. «Siamo addolorati e ci uniamo tutti allo sconforto della sua famiglia - è intervenuto il sindaco di Camigliano Antonio Veltre -. Un lutto tragico che ci consiglia di fare un minimo gesto in rispetto dell'anima della nostra giovane concittadina, pertanto sarà sospesa ogni manifestazione o evento da questo momento e fino a tutto il giorno del funerale».
Sul web invece sono migliaia i messaggi di cordoglio per la ragazza, molto conosciuta anche a Pignataro Maggiore - dove lavorava insieme alla sorella Milena nel bar «Il gatto nero». Proprio all'indomani dello schianto, di fronte all'ondata di solidarietà delle due comunità Milena aveva scritto: «Non ho abbastanza parole per ringraziarvi per quello che state facendo per me, ma soprattutto per mia sorella. È nei momenti brutti che si capisce il valore di chi frequentiamo ed io sono circondata da una marea di persone straordinarie. Grazie da tutta la mia famiglia per il vostro supporto e per la vostra disponibilità».
Da ieri, invece, sui suoi profili social regna il silenzio, mentre tutt'intorno si susseguono migliaia di condoglianze. L'episodio riaccende però i riflettori sulla pericolosità della «strada killer», che da decenni è teatro di schianti anche mortali. Come nel 2017, quando rimase ucciso Salvatore Rinaldi, 37enne di Pignataro Maggiore.