Il giallo della setta del monte Maggiore:
caso riaperto, indagato il cugino di Antonio

Il giallo della setta del monte Maggiore: caso riaperto, indagato il cugino di Antonio
di Marilù Musto
Domenica 15 Dicembre 2019, 11:30 - Ultimo agg. 15:53
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L'oblio non ce l'ha fatta ad inghiottirli. Cinque morti sono troppi. Così, sono ricomparsi quasi 20 anni dopo. Ora, c'è anche il nome di un indagato nel fascicolo d'inchiesta sui cinque anziani scomparsi fra la fine del 1998 e il 2002 sul Monte Maggiore. Distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere è il reato «cucito» su Armando Isolda dalle due pm Daniela Pannone e Maria Alessandra Pinto della procura di Santa Maria Capua Vetere. Cugino di Antonio Isolda, ultimo dei cinque scomparsi sul Monte Maggiore (fra Liberi, Pontelatone, Roccaromana e altri tredici paesi), Armando Isolda, oggi di 87 anni, allo stato, è l'unico indagato. La lettera anonima inviata ai carabinieri della compagnia di Capua e alla procura di Santa Maria, retta da Maria Atonietta Troncone, ha fatto riaprire il cold case. E il giallo delle sparizioni inizia a schiarirsi. La pista seguita per i quattro scomparsi fra il 1998 e il 1999 - si tratta di Maria Cirillo, Raffale Izzo, Vincenzo Santilli e Giacinto Maioriello - resta quella dei riti esoterici praticati da una setta con componenti di Formicola e Pietramelara. Anche se su uno degli scomparsi si addenserebbero ombre su un parente.

Per la morte di Antonio Isolda c'è un risvolto diverso. La lettera giunta in Procura, infatti, parla di pozzi di proprietà del cugino dello scomparso dove sarebbero stati nascosti i resti del povero Antonio, all'epoca 64enne. Su uno, in particolare - distante solo trenta metri dal luogo del ritrovamento dei vestiti di Antonio Isolda - si sono concentrate le ricerche dei carabinieri di Capua. Si tratta del pozzo di Dragoni in zona Casanova, lungo la strada verso Roccaromana, oggi di proprietà di una donna. Antonio Isolda sparì dopo aver fatto visita alla sorella, Luigia. Poi, tornò a casa con la sua vespa e non si vide più. Era il 29 novembre del 2002. Poco dopo, in località Fratte a Roccaromana, furono ritrovati gli indumenti del signor Antonio. Poco distante c'era già il pozzo, poi ispezionato «sommariamente» senza successo dai vigili del fuoco dell'epoca. Ma solo il 12 gennaio del 2003, quasi due mesi dopo, fu il cugino, Armando Isolda, a consegnare altri abiti di Antonio ritrovati - stando al suo racconto - sempre a Fratte.

E così, sul «Monte del Demonio» (così è stato ribattezzato il Monte Maggiore) si prevedono altre battute di caccia dei cani molecolari, nei prossimi giorni. La prima c'è stata lunedì scorso. Liberi, Formicola, Pontelatone e Castel Di Sasso sono i 4 paesi finiti nell'orbita degli inquirenti. Il primo episodio di scomparsa risale al 2 ottobre del 1998. Maria Cirillo di 86 anni, sparisce da Liberi, in località Fratte. Solo quattro mesi dopo i carabinieri trovano i suoi resti. Sul teschio, dei segni strani che fanno pensare a riti satanici.

Il 14 Febbraio del 1999, durante la festa di San Valentino a Pontelatone, sparisce Raffaele Izzo di 86 anni. Gli abitanti del paese lo vedono per l'ultima volta, nel pomeriggio, mentre si allontana verso il campo sportivo. Il 12 agosto sparisce da Formicola Vincenzo Santillo di 67 anni, originario di San Prisco. Gli amici lo vedono allontanarsi dal bar in compagnia del nipote. Il 18 ottobre, solo due mesi dopo, sparisce anche Giacinto Maioriello di 69 anni da Castel di Sasso. Il nipote accompagnò il figlio a scuola, ma quando tornò a casa non lo vide più.
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