Soddisfatto il legale Carlo De Stavola, che ha assistito nel processo la famiglia della vittima - costituitasi parte civile - assieme agli avvocati Rocco Trombetti ed Elisabetta Carfora. «Dopo tanti anni dall'infortunio mortale - dice De Stavola - il processo è finalmente arrivato a sentenza, accertando la responsabilità dei vertici circa il malfunzionamento della pressa; dobbiamo ringraziare il giudice Linda Comella, che con determinazione, e nonostante un trasferimento, ha preso in mano il processo portandolo a conclusione in poco meno di due anni, dopo ritardi dovuti ai cambi di pm e giudici».
Il magistrato ha anche rinviato a giudizio civile per il risarcimento del danno. Durante il dibattimento, l'ad dell'azienda Becker si difese dicendo che Borrelli era deceduto a causa del «fuoco amico», ovvero per errore degli altri due operai che erano con lui alla pressa; peraltro molti lavoratori sono stati chiamati a testimoniare dalla difesa degli imputati per confermare che la pressa funzionava regolarmente, circostanza non emersa, e anzi smentita dalla sentenza.