«Riesumate la salma di mio padre»: a chiederlo, alla Procura di Santa Maria Capua Vetere, è Salvatore Di Vilio, figlio di Francesco, il 69enne morto il primo gennaio scorso nell'ospedale Cardarelli di Napoli in seguito ad un presunto caso di malasanità legato ad interventi allo stomaco subiti a causa di un carcinoma. Salvatore è stato ascoltato a lungo qualche giorno fa dalla Procura, ha ripercorso il dramma che ha vissuto suo padre Francesco e ha chiesto che venga effettuata al più presto l'autopsia sul corpo del 69enne.
Il caso di Francesco Di Vilio assomiglia a quello di Angela Iannotta, la 28enne madre di tre figli ricoverata al Secondo Policlinico di Napoli in gravi condizioni per gli effetti di due operazioni allo stomaco cui si era sottoposta per dimagrire; operazioni effettuate dallo stesso chirurgo bariatrico che ha operato Di Vilio, anche se quest'ultimo aveva un tumore diffuso.
«Chiedo - ha detto Salvatore - che venga fatta chiarezza non solo in sede penale ma anche con un'inchiesta amministrativa del Ministro e della Regione Campania sulla struttura privata convenzionata con il SSN che ha trattato nella fase pre, intra e post operatoria mio padre, per verificare se era in possesso di tutti i requisiti di idoneità tecnica e sanitaria per effettuare interventi cosi complessi, tre addirittura eseguiti nell'arco di un mese circa».