Mozzarella adulterata, il direttore del Consorzio Saccani: «Una mela marcia, i controlli funzionano, già cinque segnalazioni negli ultimi due anni»

Mozzarella adulterata, il direttore del Consorzio Saccani: «Una mela marcia, i controlli funzionano, già cinque segnalazioni negli ultimi due anni»
di Lorenzo Iuliano
Sabato 11 Febbraio 2017, 12:20
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CASERTA - Una ferita che arriva in un momento d’oro. Ma anche la consapevolezza di un caso isolato, «una mela marcia», da arginare subito. Il Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana Dop così cerca di giocare d’anticipo. Il suo direttore, Pier Maria Saccani, arrivato un anno fa da Parma, vuole impedire ogni tentativo di accostamento di ipotesi di frodi all’immagine di un prodotto di eccellenza.
Direttore, Bellopede è un vostro socio...
«Sì, ma il consorzio è al di sopra delle parti e i soci non sono certo esenti da controlli, anzi. E poi non hanno alcuna influenza sull’attività di vigilanza, che è rigidissima. Le collaborazioni con tutti i soggetti che hanno portato avanti anche quest’ultima operazione sono quotidiane, ben venga l’inchiesta e intanto noi aumentiamo gli investimenti proprio nelle verifiche, siamo al 15 per cento del nostro bilancio, circa 150mila euro». 
Ma cosa dimostra questa inchiesta?
«Che i controlli funzionano. Il sistema delle Dop e Igp tutela due realtà: da un lato la comunità dei produttori, fatta di rispetto delle regole e di legame con il territorio; dall’altro deve garantire il consumatore finale. Quindi non possiamo tollerare un comportamento come quello che emerge dalle indagini. Il consiglio di amministrazione prenderà tutte le misure che riterrà opportune e farà tutto quanto in suo potere per tutelare la denominazione. Già ci siamo sentiti con i legali sul da farsi».
Nessuno si è accorto di nulla in questi anni?
«L’attività che facciamo prevede il prelievo dei campioni che vengono inviati alla repressione frodi del ministero delle Politiche agricole, che svolge le analisi e ha un legame diretto con le procure, segnalando direttamente le anomalie. Su Bellopede ci sono già state ben cinque segnalazioni di irregolarità dal 2015, abbiamo fatto il nostro dovere con rigore e trasparenza».
Ora ci possono essere ripercussioni sul comparto?
«Come sottolineato anche dagli inquirenti, i consumatori non hanno nulla da temere. Da circa due anni il sistema di tracciabilità del prodotto a marchio Dop è ancora più sicuro e capillare, offre garanzie complete e dal settembre 2016 è esteso a ogni capo. Con le norme attuali, cioè, possiamo risalire con precisione da una singola mozzarella fino alla bufala che ha fornito il latte. Questo schema di controlli vede coinvolti l’ispettorato centrale per la repressione frodi del ministero dell’Agricoltura, l’istituto zooprofilattico del Mezzogiorno e l’ente di certificazione del Consorzio Dqa, un lavoro di squadra a tutela della qualità della mozzarella di bufala campana. Si tratta del sistema di tracciabilità più avanzato in Europa, che pone il nostro comparto all’avanguardia a livello comunitario. Un risultato che è stato possibile raggiungere con l’impegno congiunto e la sinergia tra tutti questi enti, che ringraziamo ancora una volta. Il Consorzio di tutela ha messo e metterà in campo tutti gli strumenti a disposizione per tutelare l’unica mozzarella in commercio che può vantare il marchio Dop».
Ma perché nel settore si ripetono fatti del genere?
«Le mele marce sono ovunque, il tema vero è avere gli anticorpi per far fronte e noi abbiamo già dimostrato di essere all’altezza della sfida che ci attende. La mozzarella Dop è un comparto in continua crescita da diversi anni. Il 2016 si è chiuso con un aumento del 7,2 per cento della produzione, tutti gli indici sono positivi e i progetti avviati, a partire dalla nova sede alle cavallerizze, puntano a consolidare questo trend. È chiaro che in un contesto del genere gli appetiti non leciti si moltiplicano, ma il cordone messo in campo è molto più forte e c’è grande compattezza di tutta la base associativa per un’applicazione rigida di tutte le regole. Anzi si vorrebbero avere più poteri per incidere e contrastare con ancora maggiore forza alcuni fenomeni. Questa è un’esigenza comune a tutti i consorzi di tutela italiani».
Cosa servirebbe?
«Sarebbe utile avere maggiore velocità per poter escludere determinati comportamenti dal sistema di certificazione. Attualmente, ad esempio, il potere di impedire a un soggetto resosi responsabili di atti illegali di produrre il prodotto a marchio Dop, sospendendo la marchiatura, non ce l’abbiamo. Spetta solo al ministero la decisione».
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