Whirlpool, esplode la rabbia: sit-in
degli operai di Napoli e Carinaro

Whirlpool, esplode la rabbia: sit-in degli operai di Napoli e Carinaro
di Alessandra Tommasino
Mercoledì 19 Febbraio 2020, 08:38 - Ultimo agg. 10:19
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Uniti nella protesta contro il rischio incombente di restare senza lavoro. Ieri, davanti allo stabilimento carinarese della Whirlpool, c'è stato un sit-in molto partecipato con i lavoratori Emea dell'area Aversa nord e una folta rappresentanza dei dipendenti dello stabilimento partenopeo su cui pende la minaccia della chiusura. Non solo una battaglia per tenere aperto il sito produttivo di Napoli, ormai da mesi alla ribalta nazionale, ma un modo convinto per richiamare la multinazionale americana a mantenere tutti gli impegni assunti a livello nazionale e anche nella provincia di Caserta. La situazione resta stazionaria con i 320 che continuano a lavorare con turni di quattro ore e mezza, per uno stipendio che, soprattutto ai nuclei monoreddito con mutuo, non consente di vivere facilmente, e gli altri, che ancora attendono l'avvio del processo di reindustrializzazione dello stabilimento teverolese, dove la società Seri produrrà batterie al litio.

Per continui ritardi di natura burocratica e tecnica, il progetto non è ancora decollato e ancora non si hanno notizie certe sulla reindustrializzazione dello stabilimento 16 dove attualmente effettua servizi di logistica una storica impresa del settore che, con l'avvento di Whirlpool, dopo 30 anni di collaborazione con la ex Indesit e il gruppo Merloni, si è ritrovata in evidente difficoltà, con inevitabili ricadute occupazionali.

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La tensione ormai è alle stelle e la fiducia nei continui annunci diventa sempre più debole. Ieri mattina c'erano i dipendenti che ormai da anni sono costretti a protestare per mantenere viva l'attenzione delle istituzioni sul loro posto di lavoro. Tra impegni pubblici, visite dei segretari nazionali dei sindacati, politici ed esponenti governativi, la Whirpool di certo è al centro dell'agenda pubblica, ma gli operai non sono soddisfatti. «Qui ormai ascoltiamo solo chiacchiere dice un lavoratore Emea, con la maglietta a indicare la scritta della sua azienda ci promettono continuamente, ma ho la sensazione che stiamo andando sempre peggio». Il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli non convince: «Non alza la voce, sembra che ci siamo quasi arresi a ciò che vuole la Whirlpool». Fra i principali fautori del sit in di ieri, c'è Vincenzo Di Spirito, rsu della Fim Cisl che in questi anni ha guidato varie manifestazioni insieme ai colleghi di altre sigle sindacali. Il suo piglio combattivo sembra aver ceduto il passo ad una profonda delusione.

«In questo momento ci sentiamo davvero abbattuti dice a nome suo e dei colleghi non sappiamo che fine faremo, non c'è il rispetto dei tempi per il reinserimento e ogni giorno che passa, l'accordo che l'azienda ha firmato davanti ai vertici del governo sta diventando sempre di più carta straccia».

I lavoratori chiedono chiarezza alla Whirlpool: «Ormai l'azienda parla per annunci, ma nei fatti vorremmo capire quali sono le intenzioni vere, perché qui ci sta in ballo il futuro delle famiglie e non si può più giocare sulla pelle dei lavoratori». Ieri gli operai dei due siti si sono voluti legare in un abbraccio. Da Napoli sono arrivati circa 70 dipendenti, gli altri sono rimasti in sede per l'incontro con le Sardine a cui hanno regalato anche la maglietta simbolo della loro protesta, mentre oggi saranno i lavoratori di Carinaro a dare man forte ai colleghi in un nuovo sit in organizzato all'esterno della loro azienda.

All'incontro «carinarese» hanno partecipato i rappresentanti provinciali dei sindacati: Ciro Pistone della Uilm, Francesco Percuoco della Fiom Cgil e Nicodemo Lanzetta della Fim Cisl. Nonostante la stanchezza, gli operai hanno già annunciato che non fermeranno la loro voce e nei prossimi giorni intraprenderanno altre azioni per indurre la Whirlpool a non arretrare. 

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