Madre e due bambini intossicati da una stufa e salvati dai carabinieri

I tre erano stati ricoverati in codice rosso

Uno dei carabinieri che ha effettuato il salvataggio
Uno dei carabinieri che ha effettuato il salvataggio
Venerdì 17 Febbraio 2023, 15:02 - Ultimo agg. 21:02
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A Sant'Angelo d'Alife, i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Piedimonte Matese, con quelli della Stazione di Ailano hanno salvato una madre e due bambini intossicati dal monossido di carbonio proveniente da una stufa.

I militari sono intervenuti, a seguito della segnalazione pervenuta da un vicino di casa, presso un appartamento del luogo dove uno dei membri di una famiglia indiana, ivi domiciliata, aveva richiesto aiuto per un malore e si era accorto che anche le altre quattro persone, con lui conviventi, erano apparentemente prive di sensi.
I militari dell’Arma dopo aver messo in sicurezza l’appartamento e spento la stufa presente nella camera da letto principale dell’abitazione, hanno aperto le finestre e, unitamente a personale del servizio 118, hanno soccorso le cinque persone presenti in casa tra cui due minori, uno di sette anni ed il fratellino di soli due mesi, tutti colti da malore per carenza di ossigeno.
Tutti i componenti del nucleo familiare sono stati trasportati per le cure necessarie presso gli ospedali di Piedimonte Matese, Salerno e presso l’ospedale pediatrico Santo Bono di Napoli.

Al Santobono la madre e i due bambini sono stati assistiti presso il Centro di Medicina Iperbarica dell’Ospedale Santobono, diretto dal dottor Rosario Marco Infascelli, per una grave intossicazione da monossido di carbonio e da fumi per l’utilizzo di una brace in un luogo non areato. 

I tre sono giunti nella notte tra giovedì e venerdì provenienti dal Presidio Ospedaliero di Piedimonte Matese in codice rosso e sono stati immediatamente sottoposti a un trattamento con ossigeno iperbarico al termine del quale sono scesi i livelli della carbossiemoglobina nel sangue, con un netto miglioramento delle funzioni vitali di tutti gli organi, specie di quello cerebrale. 

Al momento, i tre pazienti sono in discrete condizioni, tuttavia, come da protocollo, saranno sottoposti a ulteriori cicli di trattamento in camera iperbarica per evitare la cosiddetta sindrome post-intervallare che si può verificare anche a un mese dall’intossicazione e che provoca gravi danni al tessuto cerebrale. 

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