Covid a Caserta, negozi nel caos:
si riapre domenica tra mille incognite

Covid a Caserta, negozi nel caos: si riapre domenica tra mille incognite
di Lidia Luberto
Sabato 5 Dicembre 2020, 08:39 - Ultimo agg. 20:50
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Saracinesche alzate, saracinesche abbassate: scene di prevedibile confusione, ieri a Caserta. L'attesa conferenza stampa del presidente del consiglio Conte, seguita in diretta da tanti esercenti e operatori commerciali che speravano di ascoltare buone notizie circa l'auspicata riapertura delle loro attività, ha provocato, invece, incertezza e disorientamento.

Già, mentre il premier parlava, sui social, in tempo reale, cominciavano le prime prese di posizione: «Finalmente riapriamo: Conte non ha fatto distinzioni di colore», sostenevano alcuni. Altri, invece: «Siamo ancora zona rossa, dunque questa informativa non riguarda noi». Così, ieri mattina, c'è stato chi, alla luce di una un'interpretazione estensiva e ottimistica, delle parole di Conte, ha aperto il negozio, e chi, invece, nell'insicurezza, ha preferito continuare la chiusura. «Ci mancava pure qualche sanzione da parte di chi è addetto ai controlli: dopo tutto quello che stiamo passando, meglio non rischiare», è il parere di Loredana Marra, titolare di un negozio di abbigliamento sul corso Trieste. 

Di contro, c'è stato chi, fra l'esasperazione e la protesta, ha, comunque, aperto i battenti, in mattinata, per richiudere nel pomeriggio. «Mi è sembrato di capire che non siamo più coinvolti nei divieti. E anche se così non fosse, questo è l'unico modo che ho trovato per mostrare il mio disappunto», è la testimonianza di un esercente di accessori, borse e bigiotteria del centro storico, che, per comprensibili motivi, preferisce l'anonimato. La situazione è diventata ancora più caotica anche per la particolare condizione della Campania: giovedì era, infatti, scaduta l'ordinanza che la prevedeva in zona rossa, ma solo ieri sera è arrivata la decisione che ha «colorato» la Regione di arancione e che consente a tutti i negozi e ai centri estetici di riaprire da domani. «Giovedì sera abbiamo ricevuto oltre 300 richieste di chiarimento fra chiamate e messaggi di persone che non avevano capito niente», dice Petrella. «Peraltro - dice Lucio Sindaco, presidente provinciale Confcommercio Caserta - la decisione rischia, comunque, di non riuscire a tamponare la grave crisi del settore.

Purtroppo gli esercenti soprattutto del comparto abbigliamento, calzature e della gioielleria sono stati molto penalizzati dalla mancanza di chiarezza, dalle continue incertezze, dall'informazione sempre piuttosto titubante, da decisioni a volte contrastanti».

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Inoltre, «il provvedimento emanato ieri sera crea altri problemi, in particolare, agli esercizi ubicati nei centri commerciali - osserva Sindaco - i negozi che si trovano in queste strutture, infatti, nonostante l'arancione, non potranno aprire prima di mercoledì 9. Per loro vale ancora la regola della chiusura nei prefestivi e nei festivi, così, da domani e fino a martedì 8, tutte giornate pre-festive o festive, dovranno rimanere chiusi». Per loro la speranza di una, seppur timida ripresa, si concentra sui giorni immediatamente precedenti il Natale. Con il rischio, però, che neppure questi saranno particolarmente significativi. Pesano sul settore le condizioni determinate dall'epidemia: «Si esce poco, non ci sono eventi, non ci sono occasioni di incontro e neppure, in moltissimi casi, di lavoro e, dunque, manca la spinta agli acquisti», dice Petrella.

Da qui il proposito di chiedere un anticipo dei saldi previsti per il 2 gennaio 2021, come hanno dichiarato i rappresentanti di entrambe le associazioni di categoria. «Avanzeremo la proposta a livello regionale, come facemmo per i saldi estivi, dopo lo scorso lockdown», annuncia Sindaco.

E non solo. «Stiamo effettuando una campagna di sensibilizzazione per incentivare i consumatori ad acquistare nei negozi di vicinanza anche per arginare l'abitudine delle vendite online», aggiunge Petrella.
 

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