Negoziante ucciso per un «no»
al clan. Il pm: indagato Schiavone

Negoziante ucciso per un «no» al clan. Il pm: indagato Schiavone
Negoziante ucciso per un «no» al clan. Il pm: indagato Schiavone
di Marilù Musto
Domenica 4 Giugno 2017, 18:38 - Ultimo agg. 18:50
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Grazzanise. Un mese dopo, sarebbe caduto il Muro di Berlino. Ma il 10 ottobre del 1989 cadde a terra, ucciso dal clan dei Casalesi, nella piccola realtà di Grazzanise, Pasquale D’Abrosca, imprenditore e titolare del negozio di vendita di materiale edile «Ediltutto», situato a Grazzanise. Ieri, il pubblico ministero della Direzione distrettuale Antimafia di Napoli, ha chiuso le indagini e ha notificato l’avviso di conclusione dell’inchiesta - che ha rispolverato un vecchio fascicolo sepolto in archivio in Procura - all’indagato principale per quel delitto.

Lui, è un boss: si tratta di Francesco Schiavone detto «Cicciariello», ora dissociato al clan dei Casalesi; per questo gode della mancata applicazione del 41bis. È il cugino omonimo del boss Francesco «Sandokan», ergastolano, colui che venne definito dal pentito Dario De Simone di Trentola Ducenta come un animale «perché gli manca solo la coda».

Il pubblico ministero Anna Maria Lucchetta ha chiuso il cerchio e ha ricostruito il movente dell’omicidio di Pasquale D’Abrosca. Il negoziante venne assassinato perché non voleva consegnare il materiale edile gratis agli esponenti del clan dei Casalesi. Il fatto di sangue venne realizzato nel negozio per dare un segnale a tutti gli altri imprenditori della zona. D’Abrosca si era opposto a «Gomorra», non aveva accettato le richieste estorsive e per questo pagò con la vita il suo «no». Venne colpito nel locale dell’ «Ediltutto» con alcuni colpi di pistola calibro 9 per 21 alla testa, alla coscia sinistra e alla caviglia sinistra. Ora, a 28 anni di distanza dai fatti, si è scoperta la verità.
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