Nei pronto soccorso organici coperti al 50%

L'allarme lanciato dai vertici delle strutture sanitarie e dai sindacati che rappresentano medici e infermieri

L'intervento
L'intervento
di Ornella Mincione
Domenica 11 Dicembre 2022, 09:48
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«Il problema dei pronto soccorso è soltanto la punta di un iceberg. Parlando di Terra di Lavoro, nei prossimi cinque anni mancheranno all'appello dai mille ai mille e duecento medici». E' la dichiarazione, frutto di un'analisi attenta e oggettiva, del direttore sanitario dell'Asl di Caserta Vincenzo Iodice, all'indomani della riflessione del governatore della Campania Vincenzo De Luca sulla situazione attuale della sanità pubblica ed in particolare dei Pronto Soccorso dell'intero territorio. «E' una situazione drammatica nei Pronto Soccorso, non c'è personale - ha detto due giorni fa il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso di una diretta Facebook - Noi dovremmo prendere misure straordinarie, o di riduzione dei pronto soccorso marginali se vogliamo tenere aperti i pronto soccorsi principali, o di impiego negli ospedali anche dei giovani medici appena laureati, impegnati nelle scuole di specializzazione». Ed è pienamente d'accordo il direttore sanitario dell'Asl casertana, guidata dal manager Amedeo Blasotti.

«E' necessario un importante investimento nel capitale umano - spiega il direttore Iodice - Oltre alle tecnologie e all'edilizia sanitaria, è necessario reclutare personale e rendere attraente per i giovani specializzati la sanità pubblica, decisamente sottopagata rispetto ad altre regioni italiane e ad altri Paesi europei». La difficoltà operativa infatti sta proprio nel reperire personale e nei pronto Soccorso, per sopperire alle mancanze, «stiamo impegnando i medici dei reparti. Il Pronto Soccorso è il primo step che serve il cittadino e dunque deve anche essere l'ultimo a chiudere' ma la situazione è realmente drammatica come ha detto il governatore».

In questo momento, ad esempio, «il pronto soccorso di Aversa è secondo in tutta la regione per affluenza di pazienti - aggiunge il direttore sanitario - Per coprire un turno di lavoro sono necessari almeno quattro medici: a stento ce ne sono due».

Un vero grido d'allarme che vede al centro una rete emergenziale in affanno. «E' difficile reclutare anche dai concorsi - dice ancora il direttore sanitario dell'Asl casertana - perché tanti rinunciano all'incarico: di un concorso per 25 chirurghi soltanto in quattro hanno accettato, di un altro per la Medicina d'urgenza per cinque posti, soltanto uno si è reso disponibile». E' chiaro che in Pronto Soccorso si reca anche quel cittadino che, per vari motivi, non riceva una esauriente risposta da parte del medico del territorio. «E' un problema questo, soprattutto se si considera che anche in questo settore mancano tanti camici bianchi. Non ci sono medici di base titolari e in tanto zone casertane mancano anche i sostituti, come se ci fosse un vero vuoto».

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E' vero anche però che il Pnrr ha previsto delle nuove strutture del territorio, quali ospedali di comunità, case di comunità e centri operativi territoriali, «ma rischiamo di non avere medici e operatori con cui strutturarli professionalmente. La carenza di medici renderebbe inutile la costruzione di questi nuovi punti assistenziali. In questo momento abbiamo un problema, ad esempio, a ristrutturare i Pronto Soccorso degli ospedali Covid riconvertiti, ovvero quello di Maddaloni e di Santa Maria». Pochi giorni fa al centro dell'attenzione c'è stato il Pronto Soccorso dell'azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta. L'ennesima aggressione, per fortuna lieve, nata però da una situazione decisamente difficile e stressante, dove i medici sono stremati e gli utenti sempre di più e sempre più spazientiti dalle lunghe attese. A tal riguardo la direzione aziendale ha scelto una comunicazione diplomatica, taciturna, senza aggiunte di spiegazioni, sebbene è palese che la responsabilità dello scenario non sia della direzione o della gestione dell'azienda a rilievo nazionale, bensì dall'ente regionale.

«La Uilfpl, area dirigenza sanitaria, di Caserta è da sempre vicino ai medici del pronto soccorso dell'ospedale di Caserta che vivono quotidianamente tutto il disagio di una Unità Operativa in sofferenza di personale e di mezzi - dichiara Domenico Piperno Segretario Uilfpl area dirigenza sanitaria di Caserta - Nell'ottica di una fattiva collaborazione con la direzione aziendale, la nostra organizzazione, fin dallo scorso settembre, ha effettuato un'accurata disamina e formulato anche alcune proposte. La causa principale di stress lavorativo e conseguente disagio è da identificarsi principalmente nella prolungata permanenza dei pazienti in Ps anche dopo che la fase acuta si è conclusa. Abbiamo proposto, tra le tante idee, che si individuasse un Bed-manager e che si formasse una squadra di specialisti utili in Ps».
 

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