Nelle «case della droga» prese madre e tre figlie

Due «crack house» gestite da un cartello in «rosa»

Nelle «case della droga» prese madre e tre figlie
di Biagio Salvati
Giovedì 9 Febbraio 2023, 08:00
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Due «crack house» smantellate tra Marcianise e Capodrise insieme alla rete di spacciatori che si ritrovavano per lo più nei pressi di alcuni bar dei due comuni ma gestita da un cartello in «rosa»: madre e tre figlie finite in carcere con i figli minori al seguito, oltre al marito ed al fidanzato di due delle giovani. È il bilancio di un'operazione dei carabinieri della compagnia di Marcianise coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere frutto di un'attività investigativa che riguarda i primo otto mesi del 2021.

Ieri all'alba, l'operazione si è conclusa con un provvedimento cautelare firmato dal gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Rosaria Dello Stritto eseguito nei confronti di una decina di persone finite agli arresti: 6 in carcere e quattro ai domiciliari. Sono quattordici, in tutto, gli indagati accusati di detenzione illecita di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. La droga, stando alle investigazioni dell'Arma, arrivava sia da Spoleto dove era detenuto uno degli arrestati e dove risiedono due albanesi, fratello e sorella, pure finiti nella rete dei carabinieri sia da Caivano. Episodi di spaccio sono stati annotati dagli investigatori, perfino quando c'era in atto il funerale del padre di uno degli indagati, ma si spacciava anche mentre si portava il cane fuori per i bisogni. Due le abitazioni individuate come centrale di spaccio: a Marcianise e a Capodrise dove c'era un notevole via vai di persone che andavano a rifornirsi.

In carcere sono finiti Francesco Castaldo detto «O' Faran'», 61enne di Caivano (fratello del boss Pasquale, ucciso nel 2003); Lucia Cozzolino, 58 anni, di Marcianise; Anna Russo, detta Annita, 26 anni, di Marcianise; Antonietta Russo, detta Tonia, 33 anni di Marcianise; Antonio Russo, detto Camoranesi, 30 anni di Capodrise; Emanuela Russo, detta Cucù, 24 anni di Capodrise. Ai domiciliari sono finiti Ugo Di Matteo, 26 anni, di Torre Annunziata; Rosa Esposito, 51 anni, di Marcianise; Giovanni Battista Russo, 31 anni, di Capodrise; Gaetano Trombetta, 43 anni, di Recale. Indagati Raffaele Russo (già detenuto a Spoleto), gli albanesi Alesia e Edmond Ujka (anche quest'ultimo detenuto a Spoleto) e Francesco Calabrese, di Napoli. Nelle indagini figurava pure Antonio Russo, classe 1965, detto «O' Napulitano» deceduto nel corso delle indagini per cause naturali.
 

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Erano donne dello stesso nucleo familiare a gestire il giro di spaccio di cocaina. Lucia Cozzolino, la più anziana, viveva in un appartamento a Marcianise con la figlia Sonia; l'altra figlia Emanuela viveva con il marito Antonio e due bimbi piccoli a Capodrise; bimbi che, data l'età, hanno seguito la madre in carcere.

C'era poi la terza figlia di Cozzolino, Anna, anch'essa arrestata. Un'attività di spaccio che le quattro tutte con precedenti per droga hanno portato avanti anche dopo la morte del marito della donna di 58 anni. Anzi, anche il giorno del funerale, è emerso dalle indagini coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, lo spaccio è proseguito. In carcere è finito poi colui che riforniva di cocaina le spacciatrici, ovvero Castaldo, personaggio di spessore a Caivano, dove opera nella nota «piazza» del Parco Verde, e fratello del boss Pasquale ucciso nel settembre 2003 in un agguato camorristico in un bar di Caivano.

Con un «gancio» così importante, le donne avevano sempre cocaina a disposizione, e facevano salire a casa i clienti: ma per evitare che, una volta usciti dai loro appartamenti, i consumatori potessero essere fermati dalle forze dell'ordine con addosso la droga, facevano consumare la coca a casa, anche davanti ai bimbi piccoli. Proprio da numerose segnalazioni di cittadini che notavano un intenso via vai di persone negli appartamenti delle tre donne, è partita l'indagine. Ieri, durante l'esecuzione delle ordinanze, i carabinieri hanno sequestrato 5.500 euro in contanti, 43 grammi di coca e un centinaio di grammi di marijuana e hashish nascosti in un tombino.
 

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