Niente scorta al testimone dell'omicidio di don Diana: «Non c'è pericolo»

Niente scorta al testimone dell'omicidio di don Diana: «Non c'è pericolo»
Niente scorta al testimone dell'omicidio di don Diana: «Non c'è pericolo»
di Tina Cioffo
Martedì 27 Settembre 2016, 08:28
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Casal di Principe. Augusto Di Meo, testimone oculare dell’omicidio di don Giuseppe Diana non può essere riconosciuto testimone di giustizia perché non è imminente pericolo di vita e perché quando testimoniò contro l’assassino del prete anticamorra, la legge non era ancora in vigore. È questo il contenuto della risposta del Governo all’interrogazione parlamentare firmata circa un anno fa dal deputato Arturo Scotto. La Dda ha segnalato l’importanza del contributo di Di Meo per la condanna degli autori dell’omicidio Diana, confermata in Cassazione nel 2004. Di Meo era lì il 19 marzo del 1994 quando nella chiesa di San Nicola di Bari, quando gli spari di Giuseppe Quadrano fermarono il cammino di don Diana. Vide il killer e andò subito a denunciare: lo descrisse e lo riconobbe. Secondo il Governo, la testimonianza di Di Meo arrivò però, troppo presto rispetto all’entrata in vigore della normativa del 2001 e quindi è «espressamente escluso che – si legge- si possano far retroagire gli effetti della legge a situazioni anteriori». 
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