La Cassazione: «Niente dissociazione, fratello del boss resta al 41bis»

«Non c'è stata dissociazione dal clan, sì al 41bis»
«Non c'è stata dissociazione dal clan, sì al 41bis»
di Domenico Zampelli
Mercoledì 20 Dicembre 2017, 07:07 - Ultimo agg. 07:08
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Proroga del 41bis per Pasquale Zagaria. La settima sezione della Cassazione deposita le motivazioni del provvedimento. Ripercorse – e condivise - dagli ermellini le tappe che hanno condotto all’ordinanza emessa giusto un anno fa dal tribunale di Sorveglianza di Roma, nella quale era stato respinto il reclamo proposto da Zagaria contro il decreto del Ministro della Giustizia del luglio 2016 con il quale era stata disposta appunto la proroga dell’applicazione del regime detentivo più duro.
Zagaria era stato segnalato come «esponente di rilievo del clan dei Casalesi, associazione criminale temibile operante soprattutto nel territorio di Caserta e attualmente operativa».
Sottolineato, inoltre, il ruolo gestionale in quanto fratello del capo-cosca Michele. In questa veste aveva avuto «pieno controllo di appalti e subappalti, riscuotendone i proventi e provvedendo alla loro redistribuzione».
L’ordinanza del tribunale di Sorveglianza riguardante Zagaria aveva, inoltre, spiegato «che si era reso irreperibile nel 2004 e latitante nel 2006 per circa un anno, riuscendo a sottrarsi alle ricerche grazie all’aiuto di sodali fedeli; che nel periodo di latitanza aveva continuato a dirigere le imprese del clan, compiendo azioni estorsive su imprenditori che era stato condannato come promotore; che i titoli detentivi consentivano l’applicazione del regime differenziato; che aveva ricoperto un ruolo criminale di assoluto rilievo; che la sua cosca restava operativa sul territorio; che non risultava alcun elemento di dissociazione».
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