Omicidio del barbiere a Castel Volturno, trovata l'arma del delitto

Il coltello nascosto tra i cespugli sulla strada per il cimitero

Luigi Izzo, il barbiere ucciso a Castel Volturno
Luigi Izzo, il barbiere ucciso a Castel Volturno
Marilu Mustodi Marilù Musto
Giovedì 10 Novembre 2022, 19:50 - Ultimo agg. 13 Novembre, 16:49
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E' stata trovata l'arma del delitto utilizzata per uccidere Luigi Izzo a Castel Volturno: si tratta di un coltello recuperato dai carabinieri della stazione di Castel Volturno, grazie al decespugliatore fornito dal Comune della città castellana. L'arma era stata gettata in una zona con vegetazione folta, a margine della strada che conduce al cimitero della città del mare. A meno di una settimana dall'omicidio di Luigi - ammazzato davanti alla sua abitazione in rione Scatozza la notte fra sabato e domenica - gli inquirenti sono giunti a una svolta: il cerchio si è chiuso con il ritrovamento di oggi.

Sarebbe stato l'indagato Alessandro Moniello, 52 anni, a fornire ai militari - lunedì scorso - l'indicazione della zona dove aveva gettato il coltello da cucina, con lama di 19 centimetri.

Si tratta di un coltello utilizzato, di solito, per tagliare la carne. La misura dell'arma (compreso il manico) è di 30 centimetri e ora si trova nelle mani della scientifica.

I fatti

L'alba di domenica scorsa fu segnata dall'arresto di  Alessandro e Roberto Moniello, 52 e 29 anni, padre e figlio residenti nei pressi di Baia Verde, località di Castel Volturno. Alessandro, meccanico reo confesso, è accusato di omicidio volontario. La dinamica dell’assassinio del rione Scatozza di Castel Volturno è ora più chiara. Il figlio dell'uomo accusato di aver ucciso Luigi  - Roberto Moniello - deve rispondere del reato di concorso in omicidio con l’aggravante dei futili motivi. Questa la ricostruzione dell'omicidio: alle due di notte Luigi era uscito di corsa dal suo appartamento di via Papa Roncalli per recarsi al Caffè 2.0 di via Roma, perché alcuni amici lo avevano avvisato di un fattaccio capitato al fratello Orlando, 34 anni e testa calda della famiglia. «Tuo fratello ha fatto a botte con Roberto», gli avrebbero detto. Arrivato sul posto, aveva trovato Roberto Moniello con un diavolo per capello: «Tuo fratello mi ha rotto gli occhiali da vista», aveva detto. Luigi aveva promesso di ricomprarglieli. Subito dopo aveva accompagnato il fratello Orlando a casa dei genitori. Tornato nella sua abitazione con moglie e figli, era uscito una seconda volta. L’uscita dal cancello segnò la sua condanna a morte. Davanti gli comparve il padre di Roberto, Alessandro: era appena sceso dalla Fiat Punto verde con in mano un coltello. La moglie di Luigi spiegherà poi ai carabinieri di aver sentito il marito domandare: «Ma cosa volete da me?». Un minuto dopo, Luigi finisce accoltellato e muore in una pozza di sangue.

 

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