Caserta e Avellino chiedono di ospitare Jj4 a Roccamonfina o al Partenio. Sindaci divisi

Dopo l'apertura dell'Ispra sul trasferimento dell'animale

L'orsa Jj4
L'orsa Jj4
di Luisa Conte
Sabato 22 Aprile 2023, 06:55 - Ultimo agg. 23 Aprile, 09:20
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Jj4 è il nome di mamma orso che viveva insieme con i suoi tre cuccioli di due anni nell'area interessata dal progetto chiamato Life Ursus, avviato per evitare l'estinzione della specie nel suo habitat naturale, e che ora si trova nella riserva faunistica Casteller, «Il braccio della morte», secondo la definizione data dalla deputata di Forza Italia Michela Vittoria Brambilla, che ieri ha visto il grande animale in gabbia mangiare frutta. Una soluzione definitiva per l'esemplare orso che ha ammazzato un uomo - Andrea Papi -, l'unica fino a ieri, fino a quando cioè l'Ispra ha indicato la possibilità di trasferire l'animale in un rifugio. Un cambio di prospettiva, questo, che ha aperto uno spiraglio nel quale si sono infilate le proposte di accoglienza giunte dall'altro capo dello Stivale. Caserta e Avellino, due province della Campania, hanno immediatamente risposto ad un invisibile appello e si sono dette disposte ad ospitare Jj4 nei loro spazi verdi. Il sindaco di Roccamonfina, Carlo Montefusco, ha aperto le porte del Parco regionale per la mamma "assassina" per «scongiurare l'abbattimento dell'animale che ha agito in quanto animale, secondo la sua natura e non ha alcuna colpa, dunque non merita di essere uccisa». Così spiega Luigi Maria Verrengia, il presidente dell'ente Parco Roccamonfina-Foce Garigliano, l'area naturale protetta della provincia di Caserta, individuata come possibile casa dell'orsa. Un'area di circa novemila ettari e che comprende anche i comuni di Sessa Aurunca e Teano, nonché gli altri quattro enti appartenenti alla Comunità montana del Monte Santa Croce, Galluccio, Marzano Appio, Conca della Campania e Tora e Piccilli. La zona individuata ricade nel territorio di Roccamonfina e fa sapere il sindaco - sarebbe opportunamente recintata, controllata e videosorvegliata.

Una discussione preliminare è stata avviata ieri tra il primo cittadino del Comune roccano, dove ricade gran parte dell'area in questione, e il presidente del Parco per individuare modi e maniere di accogliere l'animale e avviare le procedure per ufficializzare la proposta. E questo nonostante «i tanti problemi che siamo chiamati ad affrontare per le criticità della fauna e soprattutto - sottolinea Verrengia - per la questione dei cinghiali che si stanno riproducendo in maniera esponenziale, creando qualche problema, anche di convivenza». Aggiungere un altro problema non spaventa, però. Più forte sembra la volontà di aiutare l'animale in pericolo. Un pericolo che deve essere scongiurato perché «la natura va rispettata, non soppressa» dice il sindaco uscente di Summonte, Pasquale Giuditta, pronto ad ospitare gli orsi del Trentino nel Parco del Partenio.  Ed è stato lo stesso ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto, ad auspicare una conclusione diversa da quella della soppressione dell'animale. «Da qui all'11 maggio - ha affermato il ministro - stiamo cercando delle soluzioni di trasferimento».

Una notizia salutata con favore dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti.

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Una maratona della solidarietà in nome del diritto alla vita che si snoda tra le tante manifestazioni degli animalisti, che si scagliano contro la mala gestione del progetto Life Ursus da parte della giunta Fugatti e puntano il dito contro quegli uomini che vogliono gestire e definire gli spazi di vita degli animali piegando le esigenze degli altri esseri viventi alle proprie.  Ed anche su questo punto Pichetto indica l'intenzione di intervenire sulla popolazione degli orsi in Trentino. «Ci sono circa 120 orsi sul territorio - ha specificato - mentre secondo i dati di 20 anni fa potevano essere circa 40. Su questo bisogna agire per risolvere la problematicità». E mentre il dibattito si accende, si attende l'11 maggio, giorno in cui è prevista la decisione del Tar di Trento che ha sospeso l'abbattimento dell'orsa Jj4 con un decreto in cui si è pronunciato sul ricorso delle associazioni Lav e Lac, presentato contro l'ordinanza del presidente della Provincia autonoma di Trento che aveva disposto l'abbattimento dell'orso. Un abbattimento immaginato anche dalla direttiva europea Habitat che «prevede la possibilità per le autorità nazionali di autorizzare la cattura o l'uccisione di esemplari di specie protette, a determinate condizioni, anche nell'interesse della salute e della sicurezza pubblica».
Sarà il potere giudiziario a dettare legge e a decidere sul futuro di mamma orso. Lei, intanto, è in gabbia, per questioni di sicurezza umana, e i suoi cuccioli, autonomi perché ormai svezzati, sono liberi di crescere nei boschi. Chissà se cercano la mamma in quelle grandi distese verdi e chissà se Jj4 aguzza il suo fiuto, di natura già potente, per sentire il loro odore. Ma no. Questo non è un cartone animato. Jj4 non è l'orsetto Paddington e nemmeno l'orso Yoghi. Questa è un'altra storia e a definire spazi e tempi di vita degli animali ma anche del pianeta sono gli uomini, gli animali con i pollici opponibili che hanno fatto della parola l'arma più potente.
 

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