Ospedale, una formica nel tè
della paziente: sospesi tre infermieri

Ospedale, una formica nel tè della paziente: sospesi tre infermieri
di Nicola Rosselli
Mercoledì 17 Luglio 2019, 12:00
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AVERSA - Dopo i tre dipendenti (tre medici tra cui il primario del reparto di Ginecologia) dell'ospedale San Giuseppe Moscati di Aversa sospesi per aver litigato davanti a pazienti e familiari, è la volta di altri tre dipendenti, ma del reparto di Gastroenterologia, dopo che una paziente ha trovato una formica che camminava sul bordo di una tazza di tè.

La paziente e i suoi familiari hanno pensato bene di non protestare con il personale ospedaliero, ma di rivolgersi direttamente ai poliziotti del locale commissariato che hanno avviato le indagini per cercare di capire come si sia potuta verificare la presenza dell'insetto sulla stoviglia portata in corsia.
 
Anche in questo caso, come già avvenuto in precedenza, la direttrice sanitaria del presidio ospedaliero aversano Angela Maffeo ha adottato altri tre provvedimenti di sospensione dal servizio per il caposala del reparto di Gastroenterologia, per un infermiere in servizio e per un altro, appartenente a un altro reparto, ma che a Gastroenterologia stava svolgendo lavoro straordinario non meglio definito.

Due episodi di sospensione in pochi giorni, con i sindacati che accusano la responsabile sanitaria e chiedono la sua testa perché non avrebbe i requisiti per coprire il ruolo che svolge presso il Moscati. Chi ha ragione? Gli episodi possono essere spiegati con un atteggiamento di lassismo da parte di dipendenti, medici o infermieri che siano? Domande destinate a non avere una risposta, almeno pubblica. «Purtroppo - afferma la massima responsabile del nosocomio normanno - l'azienda m'impone il silenzio stampa. Non posso rispondere, mi comprenderete». Il silenzio della Maffeo, però, non impedisce ai sindacati di dare corso all'ennesima nota, firmata da Giuseppe Nacchia, inviata ai massimi dirigenti dell'Asl di Caserta, dal titolo significativo: «Colpevole silenzio».

«Mai paga delle sue prodezze - scrive l'esponente della Fials aziendale - la dottoressa Maffeo ha deciso il superamento di ogni remora e di emettere provvedimenti che possono essere definiti destabilizzanti, come quello del 18 giugno scorso che provocherà catastrofiche conseguenze se attuato, dove l'Uo di Medicina generale resterà senza la presenza del dirigente medico nel turno notte. Non è possibile nemmeno ipotizzare cosa potrebbe succedere, le gravi conseguenze per gli ammalati e i rischi del personale del comparto, lasciato in balia dei quattro venti». Si passa, poi, ai provvedimenti disciplinari di sospensione dal servizio: «Giunge, poi, l'eco della sua spericolata acrobazia direzionale: la dottoressa Maffeo ha emesso, in data 12 luglio scorso, un provvedimento di sospensione per tre infermieri dell'Uo di Gastroenterologia, perché nel contenitore del pasto, ermeticamente chiuso, è stata rinvenuta una formica. Provvedimento che, preso ex abrupto, non le ha consentito di verificare modalità e cause. Tantomeno quale personale era in servizio, all'ora del fatto contestato. Il pranzo, infatti, non è prodotto in loco ma arriva dalla cucina, gestita da una ditta esterna, e potrebbe essere giunto da lì, trasportato poi, nell'unico ascensore funzionante, dove passa di tutto, sporco e pulito, paziente in vita e altri passati a miglior vita, operai delle ditte esterne».

«Se l'insetto è arrivato da qualsiasi posto conclude Nacchia cosa è da imputare al personale? Visto che l'altro capolavoro strategico della Maffeo è fare dell'ospedale un cantiere aperto, ristrutturando contemporaneamente più di una Uo, con il risultato di una drastica riduzione dei posti letto, circa 22» con evidenti ripercussioni sul servizio erogato.

A ogni modo, per ragioni non riferibili alla vicenda in questione, sarà un altro direttore sanitario a occuparsi della situazione. Bruno Tornincasa, infatti, nell'ambito di una serie di sostituzioni che riguardano anche altri presidi, prenderà i posto della Maffeo come direttore sanitario del Moscati.
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