Parcheggio interrato e cortili in via Trento Ecco i nodi del Pinqua

Si pensa a un hub di interscambio in via Feudo San Martino

Uno scorcio del quartiere Acquaviva
Uno scorcio del quartiere Acquaviva
di Daniela Volpecina
Giovedì 2 Febbraio 2023, 08:46
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Sì alla rigenerazione urbana del quartiere Acquaviva ma nel rispetto della sua storia, dei suoi abitanti e soprattutto dell'ambiente. È questo il messaggio emerso con forza ieri sera in occasione dell'incontro sul Pinqua, il Piano innovativo nazionale per la qualità dell'abitare, promosso nei locali della chiesa di Nostra Signora di Lourdes dal comitato Città Viva e da una rete di trenta associazioni. Presenti, tra gli altri, il parroco don Antonello Giannotti, il pastore della chiesa evangelica della Riconciliazione, Giovanni Traettino, Gigi Zampella (in foto), delegato della società sportiva Juvecaserta ai rapporti con le scuole e le associazioni, il consigliere Raffaele Giovine, il presidente della Lipu, Matteo Palmisani. Assente il sindaco Carlo Marino impegnato in un evento sportivo al Pinto.

L'incontro, moderato da Marilena Lucente, è stato organizzato per informare i cittadini sui progetti finanziati dal Ministero, del valore di circa quindici milioni di euro, che nei prossimi mesi investiranno il quartiere.

Un'assemblea pubblica che ha consentito di accendere i riflettori su una serie di interventi non condivisi dalle associazioni e dagli ambientalisti.

Uno su tutti quello che prevede la realizzazione di un parcheggio interrato da 100 posti auto e un hub di interscambio in via Feudo San Martino. A preoccupare gli attivisti la decisione dell'Ente di realizzare questa mega infrastruttura, che da sola impegnerà la metà delle risorse disponibili, su un'area a verde attrezzato: «È uno scempio quello che si intende compiere nel rione Volturno denunciano Vincenzo Fiano e Virginia Crovella del comitato ancora una volta si sottrae verde pubblico ai cittadini e si abbattono alberi sani per fare spazio al cemento, realizzando un parcheggio di dubbia utilità. Stando al progetto che abbiamo visionato, i residenti dovranno rinunciare infatti al quaranta per cento di quell'area verde, si tratta di una mortificazione per il territorio che comporterà anche un peggioramento della qualità di vita dei cittadini. Inoltre, accorpando il parcheggio alla villetta di via Arno senza prevedere una separazione tra i due e lasciando quindi l'area gioco per bambini aperta anche di notte, si rischia di esporre il luogo ad atti di vandalismo. Negativa, a nostro avviso, anche la scelta di non inglobare tra le aree di intervento, i cortili delle case popolari di via Trento. Riqualificarli significherebbe infatti trasformarli in spazi di aggregazione, risollevando così le sorti di queste famiglie da troppo tempo immerse in una bolla di degrado e abbandono. Non siamo contrari al Pinqua ma riteniamo che questi progetti debbano essere condivisi con la comunità residente. È per questo che abbiamo formulato una serie di proposte migliorative del Piano, sostenute da una grande rete associativa formata da cittadini attivi, scuole, parrocchie e società sportive».

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Tra le soluzioni presentate dal comitato la gestione condivisa di ben sette beni pubblici del quartiere, molti dei quali beneficeranno dei fondi Pinqua. «L'idea spiegano - è quella di riaprire spazi chiusi da anni come la villetta di via Avellino o mai aperti come la villetta che si trova sulla Strada vicinale Pozzillo e prendersi cura di luoghi gestiti male come la piazzetta di via Trento. Nel patto di collaborazione fra le quali anche la società sportiva Juvecaserta, vorremmo inserire però anche luoghi privati i cui proprietari si sono detti disponibili a metterli a sistema. Il riferimento va agli spazi della parrocchia di Lourdes, all'oratorio di San Vitaliano, ai già citati cortili delle case popolari di via Trento, ai giardini del terzo circolo didattico».

A margine dell'incontro anche alcune considerazioni sui cosiddetti progetti sponda del Pinqua, vale a dire interventi realizzati con fondi privati che prevedono la realizzazione di nuovi alloggi di edilizia popolare in area ex Saint Gobain e una cittadella dello sport nell'ex caserma Brignole in viale Carlo III, progetto tuttavia bocciato dalla Soprintendenza in quanto l'area coinvolta sarebbe sottoposta a vincolo. Alla presentazione del Piano è seguito il dibattito tra i cittadini presenti che hanno contestato sia la decisione del parcheggio in via Feudo San Martino che l'intervento edilizio nell'ex Saint Gobain. In tanti hanno suggerito di organizzare un sit in al rione Volturno per scongiurare l'abbattimento degli alberi e ottenere una rivisitazione del progetto.
A sedare gli animi è stato l'intervento di don Antonello Giannotti che ha invitato a perseguire sempre la strada del dialogo. «Sono convinto ha dichiarato il parroco che ci siano tutti i presupposti per avviare un confronto con l'amministrazione comunale che possa portare ad una modifica del Piano».
 

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