«Parroco con baby-squillo»,
sequestrati i cellulari e il pc

«Parroco con baby-squillo», sequestrati i cellulari e il pc
di Marilù Musto
Domenica 27 Dicembre 2020, 13:13
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«Solo chiacchiere, si erano dette tante cose negli ultimi anni. Ma ora, con l'arrivo dei carabinieri qui, forse qualcosa di vero c'era in quelle chiacchiere». Dice una signora che si appresta a rientrare a casa in una Presenzano quasi spettrale, zona rossa come tutta Italia. È il Santo Stefano più amaro di tutti, quello che vive questa comunità famosa per la centrale elettrica. Ma qui qualcuno - nonostante il lockdown - resta in piazza, parla sottovoce, guarda la parrocchia e cerca di scoprire qualche cambiamento. Per ora, trova solo l'abbandono di un parroco che è stato mandato via per un'accusa gravissima: sfruttamento della prostituzione minorile. Il parroco del paese si accompagnava con baby-squillo o ragazzini vicini alla maggiore età.


LA SPACCATURA
In sostanza, il sacerdote di 53 anni - laureato in architettura, originario di Sparanise - avrebbe pagato degli adolescenti con età inferiore ai 18 anni per compiacere i suoi istinti con giochi sessuali, entrando però in un circuito di minacce e ritorsioni. Fino a quando, uno dei ragazzini ha deciso di denunciare tutto alla magistratura. Uno scandalo senza eguali, qui. Ma Presenzano è spaccata fra colpevolisti e innocentisti, i pro e i contro don Gianfranco Roncone. C'è più di una persona che grida alla vergogna, rabbrividendo davanti alle dichiarazioni delle vittime e chiedendo giustizia nel caso in cui don Gianfranco fosse veramente colpevole dei fatti che gli sono stati imputati. La parrocchia, quella di San Nicola, don Gianfranco la amministrava da dieci anni. Ora è vuota. Dura la presa di posizione della diocesi, in virtù anche di un precedente molto recente che si è consumato a Trentola Ducenta, con don Michele Mottola, arrestato per aver abusato di una bambina della sua parrocchia. Don Michele conosceva persino i genitori della ragazzina che, per fortuna, ha poi denunciato tutto alla polizia di Aversa.
Ora, a incastrare il parroco ci sarebbero foto e video che ritraggono il sacerdote in atteggiamenti intimi con bambini e adolescenti che chiedevano denaro. Al centro, c'era un ragazzo di 18 anni o poco più che si occupava di «cercare» i baby-squillo per il parroco.

Dell'inchiesta ha dato notizia la diocesi di Teano-Calvi (in cui rientra Presenzano), che ha sospeso dal servizio in parrocchia il prete. Indagano i carabinieri.


LA POSIZIONE
Il vescovo, monsignor Giacomo Cirulli, in un comunicato pubblicato sul sito della Diocesi, ha fatto sapere di «essere venuto a conoscenza di un'indagine penale a carico del parroco don Gianfranco Roncone», e di aver «immediatamente ritenuto opportuno vietare l'esercizio del ministero pubblico al suddetto sacerdote, allontanandolo dalla comunità parrocchiale che gli era stata affidata». «È importante la vicinanza del vescovo - afferma il sindaco di Presenzano, Andrea Maccarelli - questo è un duro colpo per la nostra comunità in un momento già molto difficile e triste. Confidiamo nel lavoro della magistratura».
Eppure, don Gianfranco avrebbe dovuto celebrare la messa di Natale, come ha fatto per gli ultimi 10 anni, ma quest'anno il sacerdote di Presenzano, comune a pochi chilometri da Caserta, non è stato al suo posto sull'altare: la diocesi lo ha mandato via non appena è venuta a conoscenza delle accuse.


L'INDAGINE
L'inchiesta è coordinata dalla Procura di Napoli - coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, per anni alla Dda di Napoli - e le indagini sono affidate ai carabinieri. I fedeli si sono chiesti dell'assenza del parroco a Natale. Ma è stato poi il sindaco Maccarelli, il 24 Dicembre, a dare la notizia ai cittadini dell'assenza del don. «Al posto del sacerdote arriverà il vescovo Cirulli per celebrare la Messa di Natale, per dar conforto ai fedeli smarriti», aveva detto il primo cittadino. «È importante la vicinanza del vescovo aveva concluso questo è un duro colpo per la nostra comunità in un momento già molto difficile e triste. Confidiamo nel lavoro della magistratura».

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