Il prete accusato di pedofilia denuncia:
«Organizzato il mio linciaggio sul web»

Il prete accusato di pedofilia denuncia: «Organizzato il mio linciaggio sul web»
di Mary Liguori e Marilù Musto
Martedì 5 Novembre 2019, 08:38 - Ultimo agg. 11:04
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È immenso il clamore che ha scatenato l'altra sera la messa in onda della storia di don Michele Mottola, il sacerdote allontanato da una parrocchia di Trentola Ducenta con l'accusa di abusi sessuali su una ragazzina di undici anni. Clamore che sul web si è trasformato ben presto in rabbia cieca con gente che ha divulgato l'indirizzo del sacerdote e ha organizzato una sorta di spedizione punitiva alla quale hanno aderito, sempre su Facebook, una quindicina di persone. «Facciamogli la festa», «saremo tantissimi», «lo metto sotto con la macchina se lo incontro a Qualiano» sono solo alcuni dei deliranti post che il popolo del web ha riservato al sacerdote di Caivano nei mesi scorsi allontanato dalla Diocesi di Aversa con l'accusa di pedofilia. Fu il vescovo stesso, Angelo Spinillo, a divulgare le generalità del prete incriminato. I genitori della ragazzina, che due giorni fa hanno raccontato a Le Iene la loro vicenda, si recarono in Curia anziché in commissariato per denunciare il prete, ma solo dopo alcuni giorni si decisero a notiziare polizia e Procura di quanto, a loro avviso, sarebbe accaduto.

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A indignare maggiormente gli utenti del web, in ogni caso, sono state delle registrazioni audio che il programma ha mandato in onda sul cui contenuto e sulla cui veridicità sono in corso le indagini della Procura. In un file il prete chiede alla ragazzina di dargli «un bacetto» e di abbracciarlo, la bimba sussurra più volte basta, basta; in un altro si sentono dei fruscii, poi sussurri, al termine dei quali l'uomo dice alla ragazzina di andarsi «a lavare i denti». E, ancora, a scatenare la gogna, la divulgazione del diario della ragazzina, saltato fuori solo dopo la denuncia, nel quale la piccola si chiede «ma quello che facciamo io e don Michele è sesso?».

Poi ci sono gli sms che il prete avrebbe inviato alla bambina dopo che questa si è rivolta agli adulti. «Non avresti dovuto farlo, ora penseranno male» come un monito. Alla luce del filmato nel quale si ripercorre quanto è emerso dalle indagini della Procura di Napoli Nord vien da chiedersi per quale ragione, dopo la denuncia e l'allontanamento del sacerdote dalla parrocchia in cui si sarebbero verificati i fatti, non ci sia stato l'arresto. Se lo chiedono gli utenti del web, ma la risposta della giustizia è legata, a differenza delle ricostruzioni giornalistiche, alle prove e da esse dipendono misure di custodia cautelare, i processi, le condanne. Il caso di Trentola Ducenta è l'unica accusa di pedofilia a carico di don Mottola. Eppure l'indagato ha sessant'anni e da oltre quaranta è parroco e ha diretto diverse parrocchie, sia del Napoletano che del Casertano.

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Mai, prima di maggio, qualcuno ha accusato don Mottola e ancora oggi c'è chi lo difende perché quanto è arrivato a Trentola Ducenta «ha rivoluzionato la parrocchia, accentrando i poteri nelle sue mani e, così facendo, ha scatenato le ire dei parrocchiani più radicati». Ma possibile che le beghe di oratorio abbiano montato un simile caso, una specie di complotto? Don Mottola parla di una «regia» dietro le accuse. Per ora l'unica verità è quella della bambina che lo accusa, alla quale inizialmente non hanno creduto né i genitori né i catechisti. Ma la piccola ha registrato dei file, come detto, che però al momento non sono sfociati in un fermo per il sacerdote.

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In uno di questi, l'uomo spiega alla bambina: «Queste cose le fanno anche i fidanzati». L'inchiesta ripercorre anche il momento in cui la bambina decide di troncare quella che Mottola avrebbe definito una «storiella». Di recente, la piccola è stata interrogata di nuovo, con le modalità protette e alla presenza degli psicologi. E ha confermato tutte le accuse. Anche quella inerente la convocazione da parte del parroco della ragazzina e di sua madre quando, a dire della bimba, l'uomo avrebbe messo le mani avanti dicendo che la ragazzina stava mentendo. Anche quel colloquio però fu registrato dalla piccola. Dalla Procura di Napoli Nord, diretta da Francesco Greco, potrebbe arrivare a breve una svolta. Intanto è partito anche il processo canonico.
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