Patenti con certificati medici falsi:
ecco i nomi di chi ha fatto affari d'oro

Patenti con certificati medici falsi: ecco i nomi di chi ha fatto affari d'oro
di Mary Liguori
Martedì 19 Gennaio 2021, 15:45 - Ultimo agg. 17:43
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È il mese di giugno del 2019 quando, andando a ritroso di 12 mesi attraverso il database della Motorizzazione centrale, la polstrada scopre che un solo medico, Alessandro Zannini, ha prodotto la bellezza di 27mila certificati di idoneità alla guida in un anno (180 visite al giorno) e alcuni li ha emessi addirittura mentr’era ricoverato alla clinica San Michele di Maddaloni. Un lavoratore indefesso, vien da dire, se non fosse che - sostiene la Procura di Napoli Nord - quei certificati, Zannini, li ha emessi senza visitare neanche uno dei clienti delle scuole guida che avevano chiesto il rinnovo della patente. Ma non è tutto. L’ufficio inquirente diretto dal procuratore Francesco Greco - pm Patrizia Dongiacomo - hanno scoperto che a utilizzare le credenziali d’accesso alla Mtcm non è il medico, ma sono i suoi figli gemelli, Crescenzo e Angelo che - senza alcun titolo - si sostituiscono al padre per emettere un numero esorbitante di certificati a tutto vantaggio di autoscuole, agenzie di pratiche auto, ma soprattutto a vantaggio delle loro finanze. 

Il guadagno in soli 16 mesi è di 860mila euro. Quella che il gip Valentina Giovanniello ritiene essere una associazione per delinquere finalizzata al falso, si stava diramando in tutto il sud Italia e non ha smesso di operare neanche in pandemia. Non è un caso se la Motorizzazione centrale diramò una circolare in cui avvisava medici e autoscuole che l’anomalo flusso di accessi al sistema durante il lockdown, con le visite mediche bloccate dal 10 marzo al 22 maggio, sarebbe stato segnalato alla Procura. Le indagini, però, erano già in corso. E ieri hanno portato a 20 misure ai domiciliari, tre obblighi di dimora e un obbligo di firma. Oltre agli Zannini, in manette i titolari di 16 autoscuole e di 7 agenzie di pratiche auto dell’area giuglianese-aversana. Altre venti persone risultano indagate in stato di libertà. Si tratta di coloro che il gip ritiene essere intermediari tra il medico e i suoi figli e le autoscuole. Tra i «ganci», spiccano i nomi di Giovanni Terracciano, dipendente del ministero dell’Interno in servizio all’ufficio patenti della prefettura di Napoli, e Vincenzo Anatrella, maresciallo dell’Aeronautica.
 
Rilasciare certificati di idoneità alla guida senza passare per la visita medica è, evidentemente, un gioco da ragazzi.

Secondo il teorema accusatorio tratteggiato sulla scorta delle indagini condotte dalla Polstrada di Nola - diretta da Giovanni Grimaldi - i figli del medico avevano libero accesso alle credenziali del padre, medico certificatore e rilasciavano alle autoscuole certificati a costi oscillanti tra i 30 e i 65 euro. Ed è stato così possibile che venisse rinnovata la patente per i mezzi pesanti a un uomo cieco a un occhio, a un anziano di 94 anni allettato, giusto per citare qualche esempio. Il gip accoglie in toto il tratteggio inquirente relativo all’esistenza di una associazione per delinquere dopo aver squadernato le intercettazioni che seguono le prime convocazioni di patentati non visitati. Quando i primi clienti di autoscuole vengono convocati in commissariato, tra i contatti degli Zannini inizia a serpeggiare ansia e il medico stesso, con i suoi figli, si mostra preoccupato. D’altronde, quel dottore, i clienti non lo hanno mai visto per cui, quando la polizia mostra loro la sua foto, non sanno chi sia. Per il gip è la prova che i controlli medici non sono mai stati eseguiti. Le patenti ritenute rilasciate con certificati medici falsi sono 50mila. Un numero esorbitante di persone che, potenzialmente, la polizia può interrogare. Gli Zannini corrono ai ripari: inviano ai titolari delle autoscuole la foto del padre cosicché la mostrino ai clienti perché lo «riconoscano» in caso di convocazioni della polstrada. Uno dei fratelli suggerisce poi alla titolare di un’agenzia di indurre i clienti a denunciare l’ufficiale di pg che conduce le indagini e a far riferire loro che il poliziotto «dice il falso». Un delirio che non si interrompe neanche con il lockdown, come prova l’informativa della pg del 9 settembre 2020. Mentre tutte le scuole guida sono con l’acqua alla gola per via della chiusura, la cricca prospera.

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Ai domiciliari, oltre i tre Zannini (residenti a Grumo Nevano, ma originari di Mondragone), sono finiti: Raffaele Riccio, Giuseppe e Luca Moscato, Carmine e Maria Vitale, Giuseppe Esposito, Assunta Febbraio, Gaetano Fornelli, Valerio Giangrande, Salvatore Del Prete, Carla Cerullo, Caterina Buda, Domenico Silvestre, Pietro, Vincenzo e Luigi Iacolare e Gison Gennaro. Obbligo di dimora, invece, per Sonia Sciarné, Giuseppe Di Domenico e Vincenzo Anatrella. Obbligo di firma, infine, per Giovanni Arpino. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere finalizzata al falso e di falso ideologico. Le scuole guida coinvolte dall’indagine sono invece: Progress e La Svolta di Casoria, Nuova Arzanese, Dino II Orta di Atella, Katia di Qualiano, Midas Arzano, Frattese-Grumo, Dalila srl a Melito, Colamatteo di Melito, Prisma 2 Castello di Cisterna, Royal Casandrino, Gps Grumo Nevano, Esposito Villaricca, Iacolare a Parete e San Marcellino. Infine, sotto la lente le agenzie pratiche auto: Multiservice Primavera Pomigliano d’Arco, Studio Consulenza Frattamaggiore, Studio Silvestre Villaricca, Agenzia Aipa Sant’Antimo, Pratikar Service, Flash Melito e Praticar Afragola. Rischiano tutti la sospensione della licenza. 

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