Il silenzio. Questo chiedono gli agenti rimasti in servizio nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere mentre gli interrogatori di garanzia dei poliziotti indagati per le violenze in carcere proseguono a ritmo serrato. Questa mattina, i familiari di alcuni detenuti hanno atteso più tempo del solito il loro turno per parlare con i parenti detenuti:
«Sono rimasti pochi agenti, per questo ci fanno aspettare di più per fare i colloqui», spiegano. «Io ho scontato dieci anni in questo carcere - ha spiegato un uomo in attesa di entrare - ora c'è mio figlio dentro, se fosse per me prenderei tutti quelli che sono stati violenti e li metterei in fila e gli farei quello che hanno fatto agli altri. Picchiare persone che non si possono difendere è uno schifo». Davanti al carcere, nessuno dei familiari dei detenuti pestati vuole dire altro: «Abbiamo paura, i nostri parenti sono ancora dentro», confessano.