Piazza Dante, il salotto resta «sfregiato»
Niente lavori dopo l'ordine di risanare

Piazza Dante, il salotto resta «sfregiato» Niente lavori dopo l'ordine di risanare
di Franco Tontoli
Domenica 17 Luglio 2022, 11:45
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Ieri 16 luglio sono scaduti i termini dei lavori di messa in sicurezza del fabbricato di corso Trieste, ai numeri civici 41-43 ad angolo piazza con piazza Margherita n. 1. Si tratta della fetta d'angolo della facciata del primo arco del porticato occupato per l'intero dall'antico Caffè Margherita, intriso dalla pioggia caduta copiosa nella notte del 14 novembre dello scorso anno buona parte dell'intonaco era precipitata al suolo, nessun danno alle persone ma un ennesimo colpo all'estetica dell'insieme della piazza, architettonicamente omologa a quattro porticati, la cui fatiscenza aumenta di giorno in giorno. A tutta la mattinata di ieri nessun segno di lavori effettuati, pietre tufacee a vista dopo la rimozione dei pezzi d'intonaco di tenuta precaria operata dai vigili del fuoco al momento del primo intervento, poi a sette mesi di distanza l'ordinanza sindacale n. 21 del 16 giugno 2022 che ordinava all'amministratore del condominio lavori da «eseguire immediatamente e comunque entro 30 giorni dalla notifica della ordinanza».

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Nessun lavoro eseguito, ancora una ordinanza «a salve» a meno che il destinatario dell'atto ingiuntivo non sia stato reperito dai messi notificatori perché l'indirizzo «piazza Margherita n.1» non esiste nella toponomastica cittadina, titolandosi la piazza da una ottantina di anni «piazza Dante».
Se fosse questa la ragione della mancata esecuzione dei lavori si sarà raggiunta la vetta del grottesco, un record di sciatteria, incuria, pressapochismo di cui dovrebbero essere individuati i responsabili. È una campagna di stampa che prosegue da anni, istanze suggerite dai lettori che Il Mattino continua a raccogliere e rendere pubbliche, l'aspirazione di riportare all'antica dignità estetica la piazza centrale della città resta inascoltata.
Il 26 aprile scorso il presidente del Circolo Nazionale, a nome dei soci, ha presentato al sindaco una petizione per il risanamento della piazza, vi si sottolineava che per tre quarti il corollario degli edifici è di proprietà del Demanio regionale e della Provincia, la sola porzione occupata dal Caffè Margherita in proprietà condominiale, il cui amministratore è l'unico ad essere stato raggiunto dalla ordinanza ma per la sola porzione danneggiata.

A parte la già citata inosservanza, significa che ove questi lavori dovessero essere effettuati comporterebbero uno sfregio ulteriore come il regolamento edilizio cittadino considera il parziale risanamento estetico di un unicum edilizio. Resta ancora una volta la considerazione della noncuranza sia dell'amministrazione demaniale che di quella della Provincia, enti pubblici la cui sollecitudine dovrebbe essere esemplare nel corrispondere all'aspirazione della città di ripresentare la sua piazza principale col decoro che un tempo esibiva. Salvatore Costanzo, architetto e urbanista, autore di importanti pubblicazioni sulle architetture moderne dell'Italia meridionale, conferma una considerazione già espressa in un contesto più ampio e sempre al riguardo delle condizioni di piazza Dante: «La piazza non è solo un luogo di ritrovo, è anche un vero e proprio palcoscenico dell'intera vita cittadina. Ma oggi, nel guardare il degrado e nel percepire con amarezza il senso di totale abbandono in cui versa, si è portati a fare una riflessione: l'uomo casertano e la sua memoria collettiva si sentono «impediti» di tornare alla storia, al passato, al cuore del centro antico, ove maggiore è stata l'accumulazione dei segni e degli eventi, insieme ai tratti stilistici. Vengono cioè ad annullarsi completamente i significati di «civitas» e di «urbs» di civile convivenza, cittadinanza e centro urbano inteso come realtà fisica-costruttiva».
 

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