«Pietramelara: case in vendita a un euro»,
ecco il progetto del borgo senza abitanti

«Pietramelara: case in vendita a un euro», ecco il progetto del borgo senza abitanti
di Antonio Borrelli
Sabato 27 Febbraio 2021, 08:24 - Ultimo agg. 20:23
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«Porta della Madonna della Libera». La grande porta di accesso al borgo evoca storia e fede, ma concede di compiere solo il primo passo di un salto nel tempo lungo 500 anni.

Il cuore di Pietramelara mostra ancora chiari i segni delle sue origini medievali: articolato nel tipico complesso radiocentrico il cui asse era un'antica torre longobarda, il borgo era racchiuso in una grande cinta muraria stretta da altre 12 torri. E camminare tra quelle viuzze acciottolate è un'esperienza estraniante. Il nero e il grigio della pietra si fondono alla perfezione con i colori di lastre di ceramica che si incontrano qua e là e il verde delle piante fuori dai portoni dei pochi residenti. È un mix cromatico atavico. All'improvviso una grande e sobria targa ricorda il 13 marzo 1496, quando dopo 15 giorni d'assedio, durante i quali il paese fu messo a ferro e fuoco dagli Aragonesi, morirono due terzi degli abitanti mentre i sopravvissuti vennero venduti come schiavi. I vincitori lasciarono libere soltanto sette famiglie che iniziarono la ricostruzione sulle rovine della città distrutta. Poco dopo la comunità di Pietramelara risultava eretta in Universitas con propri statuti e notevoli poteri di pertinenza feudale. Sulla vetta del borgo la cornice è da fiaba, con la vista sulle terre antiche dell'alto casertano, ai confini con il Molise e il basso Lazio. Ma il silenzio tutt'intorno è più di un'impressione, è piuttosto l'effetto immediato di uno spettro allarmante: la desertificazione abitativa.

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Per questo motivo qui l'amministrazione ha deciso di provare a incentivare l'acquisto di case per ripopolare il borgo altomedievale, al costo simbolico di un euro.

Secondo il bando comunale, i proprietari di case in centro (spesso degradate e abbandonate) che intendono cedere i propri immobili manifestano adesione all'iniziativa dichiarando la volontà e la disponibilità alla cessione al prezzo simbolico di un euro dell'immobile comunicandolo al Comune. Allo stesso modo, l'acquirente manifesta analogo interesse.

«Vogliamo così uscire dal degrado del patrimonio immobiliare privato, così da trasformarsi in una fonte di rilancio e sviluppo per l'economia interna del Comune», spiega il sindaco Pasquale Di Fruscio, che ha fortemente voluto il progetto. L'asse dell'iniziativa è l'incontro tra acquirente e venditore attraverso la mediazione dello stesso Ente - con agevolazioni per chi si trasferisce nel borgo e con la convenienza di liberarsi degli oneri per i venditori. «Vogliamo che chi sceglie di venire a visitarci, e di acquistare una abitazione nel centro storico si impegni a dare inizio, entro un certo termine, ai lavori di ristrutturazione», continua Di Fruscio. Ma il sostrato del progetto ha un'ambizione sociale, culturale ed economica. La volontà degli amministratori è infatti quella di puntare non solo sul recupero del borgo, ma sulle identità storico culturali, sul turismo slow, che proponga di «vivere il posto» anche temporaneamente, offrendo «a chi arriva di essere un abitante autoctono da accogliere come un nuovo cittadino che si libera finalmente dall'ossessione dell'ottimizzazione del tempo e si cala nel luogo, senza limitarsi ad attraversarlo», per usare le stesse parole che si leggono nella presentazione del progetto.

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Intanto il sole cala dietro la torre d'avvistamento ultracentenaria e scompare al di là delle alture del Medio Volturno. È l'ennesimo tramonto su un borgo sempre più deserto, con la speranza del tramonto di una nuova era. 

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