Pineta Grande, sigilli al cantiere
e l'ex sindaco è indagato

Pineta Grande, sigilli al cantiere e l'ex sindaco è indagato
di Marilù Musto
Giovedì 19 Settembre 2019, 13:48
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Inchiesta Castelvolturno, parte seconda. «Più posti letto per tutti» potrebbe essere il titolo dell'operazione dei carabinieri di ieri. Perché più posti letto ci sono in una struttura ospedaliera e più drg ci sono. E se ci sono più drg (diagnosis-related group, raggruppamento omogeneo di diagnosi), la regione Campania sgancia più fondi, in virtù dell'offerta sanitaria, delle terapie intensive e degli accessi di pazienti. E poi (come dimenticarli!), ci sono gli sponsor politici che in Regione «spingono» affinché quei fondi arrivino. E allora, tanto vale far lievitare i posti letto da 150 a 574.

 

LA VICENDA
È quello che - per gli inquirenti - potrebbe aver pensato Vincenzo Schiavone, l'imprenditore sotto scorta per le minacce ricevute dal clan dei Casalesi che in due anni si è visto arrivare due esposti dai suoi concorrenti proprietari di una clinica di Caserta, inoltrati alla procura di Santa Maria Capua Vetere. Ma gli esposti sono giunti anche da Giovanni Palazzo, ex dipendente della Multiutility e hanno colpito l'ex sindaco, Dimitri Russo, al centro di due proroghe di indagine per corruzione e rivelazione di segreti d'ufficio.
LE ACCUSE
L'ufficio inquirente ha dato seguito agli esposti e, ieri, è scattato il sequestro dell'edificio che sta per nascere accanto alla clinica Pineta Grande. Ma non finisce qui perché stavolta, in una terza inchiesta che starebbe per esplodere, ci sarebbe pure il funzionario della soprintendenza Giuseppe Schiavone che avrebbe «facilitato» l'ottenimento del parere positivo per l'ampliamento della clinica. Ma la direzione della struttura controbatte: «Nessun favoritismo per l'aumento di posti letto, piena regolarità dell'istruttoria». E il personale che lavorerà nella nuova struttura? Si indaga anche sulle future assunzioni. Fronte aperto.
IL PROVVEDIMENTO
A conti fatti si capisce - leggendo le 280 pagine di decreto firmato dal gip Alessandra Grammatica - che la storia continuerà. Per i carabinieri del nucleo investigativo di Caserta di Nicola Mirante e coordinati dal capo della procura, Maria Antonietta Troncone, la clinica Pineta Grande per ottenere la costruzione della struttura avrebbe attuato, con l'aiuto del Comune, «in modo improprio la legge sulla espropriazione per pubblica utilità». Per gli investigatori, le due delibere di ampliamento del 2014 e al 2015, sono «in contrasto con la normativa edilizia-urbanistica e con le disposizioni regionali che vietano nei Comuni privi di strumentazione urbanistica, nel perimetro urbano, nuove costruzioni».
IL QUADRO
In realtà Vincenzo Schiavone, titolare della clinica, ha protocollato due esposti per presunti accanimenti nei suoi confronti. La società Pineta Grande spa ha un fatturato di 75 milioni e occupa 600 dipendenti; il gruppo societario ha un fatturato di 120 milioni e occupa 1.300 dipendenti. La società sta realizzando l'ampliamento di 80 milioni per accogliere a Castelvolturno i posti della casa di cura villa Bianca da Napoli, villa Esther da Avellino e Padre Pio da Mondragone che prevedono la sospensione dell'attività di queste case tra 40 e i 60 posti letto e l'accorpamento in un unico sito. E per farlo avrebbe chiesto e ottenuto parere anche alla soprintendenza. Indagato, poi, di nuovo Carmine Noviello dell'Utc del Comune, già finito nell'inchiesta di alcuni mesi fa. Il fratello sarebbe risultato coinvolto nella direzione tecnica per l'ampliamento e sarebbe stato lui il «gancio» fra il Comune e la clinica. In realtà, la Pineta Grande, per la Procura, ha già «40 posti etto in più funzionali a ottenere il rimborso extra budget dalla Regione».
IL RUOLO DEL SINDACO
E l'ex primo cittadino di Castelvolturno, Dimitri Russo? È indagato per essersi «messo a disposizione» per «assicurarsi un futuro personale al termine dell'incarico politico». «Ma io sono un commercialista, non un farmacista», ha tuonato ieri Russo. «Per gli inquirenti mi sarei attivato, in qualità di presidente della IncoFarma - dice - per istituire l'ottava farmacia comunale alla Pinetagrande. Le farmacie comunali non possono essere aperte presso una clinica o un ospedale in cui possono esserci solo farmacie ospedaliere che la Inco.Farma per legge non può gestire; poi la gestione dell'ottava farmacia comunale, come da statuto Inco.Farma, modificato proprio durante la mia presidenza, deve essere messa a bando e quindi non è più assegnabile automaticamente, come succedeva nel passato, alla stessa Inco.Farma; infine, l'ottava farmacia comunale è stata già assegnata nei pressi del Bar Tropical sulla Domiziana».
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