Policlinico di Caserta fermo,
da governo e Regione scaricabarile

Policlinico di Caserta fermo, da governo e Regione scaricabarile
di Enzo Mulieri
Venerdì 21 Giugno 2019, 09:47 - Ultimo agg. 10:30
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Missione affatto compiuta per il Policlinico di Caserta; per gli addetti ai lavori resta sempre più complicato che mai districarsi tra le maglie delle procedure burocratiche che condizionano il futuro sia della società appaltatrice, Condotte d'Acqua, sia di Concorsu, il consorzio che gestisce l'opera sul territorio.

L'ultimo bando di gara pubblicato dai tre commissari del gruppo delle costruzioni lascia infatti la porta aperta alla vendita di tutti gli asset in Italia, compreso l'appalto del cantiere di Tredici, operazione che potrebbe concludersi nell'arco di un anno. Contestualmente vengono pure confermati da Roma gli strumenti finanziari di salvataggio per l'holding (il prestito ponte di 60 milioni di euro) che potrebbero consentire la prosecuzione di cantieri «core» come Caserta e che continuerebbero a essere strategici ai fini della loro collocazione sul mercato.
 
All'interno di un quadro prospettico così variegato, restano da sciogliere i problemi particolari di ogni sito e che, per quel che riguarda il cantiere di Tredici, hanno rilevanza soprattutto dal punto di vista giudiziario. Lo spiega con dovizia di informazioni il parlamentare pentastellato Antonio Del Monaco: «Premesso che ho partecipato a tante riunioni al Mise e che continuo ad avere utili interlocuzioni con tutti gli operatori - così dice - credo che le aspettative (anche finanziarie) per la ripresa dell'opera siano legate allo sblocco del contenzioso tuttora aperto tra la ex Condotte e diversi subappaltatori. È questo il vero nodo da sciogliere, per cui siamo fiduciosi che l'Avvocatura di Stato, chiamata in causa, possa pronunciarsi al più presto, dopo avere già acquisito il parere dell'Anac». È evidente, allora, che se la diatriba troverà una risoluzione positiva (anche in termini di accordo), per Concorsu e per il cantiere stesso potranno determinarsi migliori disponibilità di risorse in termini di liquidità, sia pure sotto la spada di Damocle della procedura di vendita della commessa, già contemplata dal gruppo romano. Ma di tanto dovrebbe essere il ministero dello Sviluppo a fornire le direttive più precise.

«Il Policlinico di Caserta è un'opera strategica per i futuri assetti della sanità regionale e provinciale - ha ricordato il presidente della Commissione regionale del settore Stefano Graziano - per cui chiedo al ministro Luigi Di Maio la massima vigilanza sulla procedura di vendita degli asset del gruppo Condotte d'acqua, tra cui rientra anche Concorsu. È una vertenza delicata che interessa la più importante opera pubblica del Mezzogiorno perché si intrecciano il diritto al lavoro delle maestranze del territorio e la salute dei cittadini. L'attenzione della Regione sarà massima perché bisogna fare tutto per evitare ulteriori ritardi, poiché quelli accumulati sono già enormi». Nella diatriba non mancano, come evidenziato, i riflessi di natura economica. «La situazione è grave - commenta il presidente di Confindustria Caserta Luigi Traettino - direi intollerabile per quel che riguarda i fornitori e in generale per chi ha lavorato e per chi ha investito su quest'opera. In Italia il problema principale resta la burocrazia e l'inadempienza degli enti pubblici che spesso mettono in ginocchio gli imprenditori. Senza contare le conseguenze negative sulla realizzazione del Policlinico, un'occasione di sviluppo che rischia di trasformarsi in un'opera incompiuta per questa città e per l'intera provincia».

Delusione viene manifestata dalla Cisl, anche dopo l'esito incoraggiante dell'ultimo coordinamento nazionale con i commissari presso la sede della Filca, la Federazione delle costruzioni. «L'opera va completata - rimarca il segretario provinciale Giovanni Letizia - il tema vero non è solo quello dei rapporti contrattuali tra Concorsu e Condotte, ma il coinvolgimento delle parti istituzionali, dall'Università ai due ministeri competenti, alla Regione. Diverse volte abbiamo sollecitato un confronto chiarificatore per trovare una via d'uscita. Adesso chiediamo che la stazione appaltante, l'Università della Campania, esca allo scoperto per dire cosa vuol fare, quali iniziative vorrà intraprendere per riaprire il cantiere, per dare continuità ai lavori, in considerazione dell'utilità dell'infrastruttura anche ai fini della gestione del piano sanitario regionale. Insomma ci vuole un'accelerazione sulla vertenza, con un dinamismo e un impegno che dovrebbero essere applicati anche dalla politica perché si possa uscire dal guado».
 
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