Polveri, inquinamento e il lavoro perduto:
a Caserta in piazza la rabbia degli edìli

Polveri, inquinamento e il lavoro perduto La rabbia degli edìli
Polveri, inquinamento e il lavoro perduto La rabbia degli edìli
di Giuseppe Miretto
Venerdì 30 Ottobre 2020, 17:24 - Ultimo agg. 31 Ottobre, 19:52
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Un trauma sociale: diventati disoccupati a ferragosto, lo saranno pure per il prossimo Natale. È ormai una questione di ordine pubblico: dopo 70 giorni di attesa, salta il «piano di riassorbimento e ricollocazione a lavoro» dei 35 edili espulsi dai cantieri dell’Av/Ac Bari-Napol a seguito dalla rescissione del contratto tra la «Abs.ing», azienda di Reggio Calabria che ha cessato l’attività produttiva a Maddaloni, e il Consorzio Cft (gestore del maxilotto Cancello-Frasso Telesino). La distribuzione, per scaglioni, tra le aziende subappaltanti subentranti non c’è stato. E nella più ottimistica delle previsioni, solo uno su tre ce la farà a tonare in cantiere nelle prossime settimane. 

È questa l’unica prospettiva occupazionale risicata strappata con i denti, ieri mattina, in un vertice straordinario immediato preteso dalle segreterie della Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil. In un clima surreale, presente anche il sindaco di Maddaloni Andrea De Filippo, gli operai hanno tenuto un nuovo sit-in pacifico presso il quartiere generale del Consorzio Cft. Sfidando la nebbia, il freddo pungente, e sorvegliati a vista dalla forze dell’ordine, hanno manifestato per il riconoscimento del diritto alla riassunzione. Subito dopo le vacanze, era stata prospettata una «fase tre»: in concreto, un cronoprogramma per l’inserimento delle maestranze locali» subordinato alle esigenze produttive delle aziende e collegato allo stato di avanzamento dei lavori. «Invece –commenta il consigliere Angelo Tenneriello (Maddaloni Positiva)- stiamo ritornando alla casella di partenza: lo scorso Natale era stato annunciato un piano di distribuzione degli edili disoccupati, senza tutela e senza ammortizzatori sociali.

Incombe un nuovo Natale e permane l’assenza di garanzie, prospettive occupazionali (in un bacino dove saranno operative aziende per i prossimi cinque anni) e soprattutto di forme di tutela transitorie». Il sindaco De Filippo ha cercato di evitare che la protesta. 

«A breve e a medio termine –ha insistito il sindaco di Maddaloni- apriranno una ventina di nuovi cantieri. Nel pieno rispetto delle esigenze e dell’autonomia delle imprese, c’è spazio a sufficienza per dare risposte alle richieste legittime delle maestranze qualificante del territorio». Il malumore degli edili, in lista di attesa dal maggio del 2019, si somma al malumore formale degli amministratori locali. 

«Esprimo rammarico –dichiara Francesco Buzzo, sindaco di Valle di Maddaloni- per la mancata convocazione o coinvolgimento dei comuni limitrofi in una vicenda occupazionale che coinvolge tutte le realtà locali interessate dai cantieri di lunga durata. Sono passati troppi mesi in cui persone, in possesso di regolari qualifiche professionali, pur inviando domande non ricevono risposte. Questa storia infinita mdeve approdare nelle giuste sedi istituzionali. Il disagio ambientale non può essere sommato alle ricadute socio-economiche». A Valle di Maddaloni, dove c’è già stata una prima mobilitazione popolare (con confronto con i vertici del Consorzio Cft) contro le polveri sollevate dai nuovi cantieri, cresce l’insofferenza. «È stato fatto un grande sforzo –chiarisce il sindaco Buzzo- per rendere sostenibile e mitigare il forte impatto ambientale dei cantieri».

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