Poveri sottili a Caserta, il nemico
più temibile sono i riscaldamenti

Poveri sottili a Caserta, il nemico più temibile sono i riscaldamenti
di Domenico Zampelli
Sabato 18 Gennaio 2020, 08:25
3 Minuti di Lettura
Air ranking, Caserta è border line ma bisogna intervenire sulle emissioni in atmosfera. Quella di ieri è stata una giornata di tregua sul fronte delle polveri sottili per Caserta e la sua provincia. Nella città della Reggia la qualità dell'aria ha fatto registrare un progressivo allontanamento dalla soglia di rischio toccata nel pomeriggio di mercoledì nella zona di via De Gasperi. Tranquilla invece la situazione nella zona di corso Giannone, come pure nei tre centri (Aversa, Maddaloni e San Felice a Cancello) monitorati costantemente tramite le apposite centraline. Blocco delle auto?

LEGGI ANCHE Allarme smog, nel mirino del sindaco finisce «l'uso esagerato dei termosifoni»

Non per il momento e comunque non servirebbe perché il vero nemico per la salute non risiede nei tubi di scappamento, ma nelle canne fumarie dei riscaldamenti. Tendenza che negli ultimi anni è andata sempre più imponendosi. Ma andiamo per ordine. Grazie al progetto internazionale World Air Quality è possibile misurare la qualità dell'aria nelle zone dotate di centraline attive. Che in città sono ubicate in via De Gasperi (scuola Manzoni) e corso Giannone (istituto De Amicis), mentre in provincia si trovano ad Aversa (scuola Cirillo), Maddaloni (istituto Settembrini) e vicino il plesso di San Felice a Cancello. Grazie ad un aggiornatissimo database è possibile tracciare il real-time quality index. Che per quanto riguarda la giornata di ieri ha fatto segnare un punteggio inferiore a 50 su quattro delle cinque centraline: il dato più basso in assoluto è stato quello di Aversa (6), seguito da Caserta Giannone (10), Maddaloni (15) e San Felice a Cancello (26). Numeri confortanti, perché indicano una situazione dell'atmosfera in cui, secondo la classificazione adottata «la qualità dell'aria è considerata soddisfacente e l'inquinamento atmosferico presenta rischi minimi o nulli».

L'ALLERTA
Discorso diverso per quanto riguarda Caserta De Gasperi: indice 51, appena oltre la soglia 50, ma naturalmente sufficiente per cambiare il colore della bandierina da verde a giallo, con la classificazione che cambia, avvertendo «la qualità dell'aria è accettabile; tuttavia, per alcuni inquinanti potrebbe esserci una moderata preoccupazione per la salute di un numero molto piccolo di persone particolarmente sensibili all'inquinamento atmosferico». Comunque non va malissimo, specie guardando la cartina d'Italia, e tutte le bandierine rosse che colorano il centro nord, e oltretutto va meglio rispetto a mercoledì, anche se c'è da tenere nel debito conto che gli sforamenti sono relativi alle particelle più insidiose, le Pm 2,5 ossia quelle capaci di essere inalate più in profondità, fino a raggiungere i bronchi, laddove le Pm10 non si spingono oltre la laringe.

I DATI
Il vero nemico da combattere, peraltro, è rappresentato dai riscaldamenti, come dimostra uno studio condotto dal Sole 24Ore che ha sviluppato e confrontato i dati forniti nell'ultimo rapporto Ispra relativi al periodo 2005 2015. Prendendo come riferimento la città di Caserta la tendenza per quanto riguarda il Pm10 è chiarissima, in linea peraltro con i dati regionali e nazionali: nell'arco di tempo oggetto di analisi il trasporto su strada in città ha ridotto praticamente del 50% le proprie emissioni, passando da 52mila a 25mila tonnellate di polveri sottili, mentre il riscaldamento le ha aumentate quasi nella stessa proporzione, salendo da 49mila a 81mila tonnellate. Col risultato che adesso le caldaie emettono il triplo di polveri sottili rispetto ad auto e camion.

GLI INCENTIVI
In forte calo anche l'inquinamento legato all'industria (da 12mila a 5mila tonnellate), e arrivano dati positivi anche nel settore agricolo (Pm10 in calo da 1200 a 900 tonnellate). Stabile invece l'inquinamento prodotto dai rifiuti, intorno alle 400 tonnellate. Certo, è normale che in caso di sforamento gli amministratori corrano ai ripari bloccando il traffico, perlomeno quello dei mezzi più inquinanti, non essendo pensabile spegnere i riscaldamenti. Andrebbe però aggiunto un ulteriore passaggio, rappresentato da un incentivo all'utilizzo di energie green, come ad esempio i pannelli solari, con incentivi per la migliore manutenzione delle caldaie.
© RIPRODUZIONE RISERVATA