Ponteggi e transenne, un incubo
quotidiano per veicoli e pedoni

Ponteggi e transenne, un incubo quotidiano per veicoli e pedoni
di Franco Tontoli
Martedì 11 Ottobre 2022, 07:35
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Le barriere architettoniche in città, tante e da eliminare per il disagio dei disabili, discussioni, progetti, promesse, declinazioni al futuro come se ne fanno in questi ultimi giorni. A indurre all'ottimismo sulla soluzione di questo problema non contribuiscono le barriere che tali sono per tutti, non soltanto per i portatori di disabilità, tra buche, avvallamenti, voragini e fossi le cronache sono piene, svettano in particolare due casi: in via Ferrarecce e via Renella.


Si tratta di due inconvenienti da cui derivano gravissimi disagi per i pedoni e per la circolazione automobilistica, nel primo caso un tratto di marciapiedi che slitta verso l'area sottolivellata della zona, nel secondo il restringimento della carreggiata dovuto alla impalcatura di messa in sicurezza di un edificio danneggiato dalla demolizione di quelli adiacenti. Due casi coetanei, infelicemente nati a qualche settimana di distanza l'uno dall'altro, comunque per entrambi il mese di giugno scorso, quattro mesi dalla comparsa delle recinzioni di «pronto soccorso» e poi il nulla se non le legittime lamentele degli abitanti a ridosso immediato delle due aree disastrate. In via Ferrarecce in direzione San Benedetto, l'ultimo tratto del marciapiedi a qualche metro dal complesso che ospita l'Inps, la facoltà universitaria di Medicina e altri uffici, dopo segnali di fissurazione del suolo cominciò a cedere, mattonato sgretolato, una panchina in precaria stabilità, il parapetto che divide questo passaggio dalla vasta area sotto livellata che caratterizza la zona prossimo a precipitare a valle e arrivò una recinzione da cantiere di lavoro, anche i cartelli attaccati ma di lavori in corso nemmeno l'ombra. Inconveniente per i pedoni che devono deviare sulla carreggiata, impedimento delle auto negli stalli paralleli al marciapiedi intransitabile, il traffico lungo l'arteria è sempre sostenuto, code e strombazzamenti di clacson. Al disagio dei pedoni e automobilisti in transito va associato anche quello, intuibilmente notevole, degli abitanti del caseggiato che affaccia sulla strada e per il lato interno sulla zona sotto livellata che ha misure da campo di calcio, di fatto reclusi.

L'interno della recinzione c'è da dirlo? in quattro mesi è diventato una discarica, delle tante che se ne vedono in città anche, come da recente segnalazione pubblicata nei giorni scorsi, in via G.B.Vico.

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Recinzioni di «pronto soccorso» sono questi interventi, i guasti che proteggono lasciati al loro destino. Le fessurazioni del marciapiedi, intanto, si allungano e fuoriescono dalla recinzione, il mattonato continua a cedere, la panchina di cemento sempre più instabile, il tutto ignorato dai servizi comunali. Altro caso messo a lievitare, lo strozzamento dell'ultimo tratto di via Renella dovuto alla palizzata di sostegno a protezione di un edificio danneggiato dalla demolizione degli edifici della vasta area adiacente e d'angolo con via Unità italiana, carreggiata già ristretta dai cordoli della lunga pista ciclabile.


Dal mese di giugno ancora un restringimento, l'ordinanza della polizia municipale n. 300 del 28 giugno, nel disporre la riapertura al traffico dopo alcune settimane di blocco, ordinava anche il divieto di sosta con rimozione carro gru per le intere ventiquattrore sul lato di via Renella opposto al tratto transennato. Dove si trova affisso il testo di questa ordinanza? Arrotolata come un «papiro» attorno ai tronchi degli alberi, sembrano fasciature medicali, l'avviso dovrebbe essere visibile e non intuibile. Quindi, automobili parcheggiate negli spazi segnalati, la palizzata dall'altra parte e restringimento della carreggiata, ben segnalato, ma aggravato nelle conseguenze dall'intoppo descritto. Anche in questo caso da quattro mesi nessun provvedimento concreto.

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