Processo Eco4, Cosentino si costituirà in un carcere di Roma

Dieci anni di reclusione confermati dalla Cassazione

Nicola Cosentino
Nicola Cosentino
Marilu Mustodi Marilù Musto
Giovedì 27 Aprile 2023, 17:04 - Ultimo agg. 28 Aprile, 20:05
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Si è costituito in carcere a Roma, l'ex sottosegretario all'Economia, Nicola Cosentino, dopo che la Cassazione ha reso definitiva questo pomeriggio la condanna a 10 anni di reclusione. «Eco4 song'io» è la frase celebre che ha segnato il lungo percorso giudiziario di Cosentino duranto 12 anni, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e, infine, condannato per reati di mafia.

L'ex coordinatore di Forza Italia in Campania, ex sottosegretario del governo Berlusconi nel 2009,  questa mattina non era presente all'udienza al Palazzaccio, ma si trovava a Roma in attesa della sentenza. Alle ore 19, circa si è presentato in carcere. Non ha atteso l'ordine di esecuzione della corte di Appello di Napoli. Oggi, i consiglieri della sesta sezione della Cassazione hanno confermato la condanna a 10 anni di reclusione per l'ex sottosegretario all'Economia. I giudici di piazza Cavour (presidente Petruzzelli, relatore Calvanese) - accogliendo la richiesta della Procura generale, hanno rigettato il ricorso della difesa di Cosentino, difeso in udienza dagli avvocati Vincenzo Maiello e Agostino De Caro (nel collegio difensivo c'è anche Stefano Montone).

La prima udienza del lunghissimo processo Eco4 era iniziato nel marzo del 2011, quando Cosentino era deputato di Forza Italia: nel 2009 arrivò la prima ordinanza firmata dal gip Raffaele Piccirillo, poi sopraggiunsero tutte le altre.

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Nella requisitoria, il sostituto procuratore generale della Cassazione Silvia Salvadori aveva chiesto il rigetto del ricorso presentato dalla difesa dell'ex sottosegretario del governo Berlusconi contro la sentenza del 21 luglio 2021 con la quale aveva i giudici della quarta sezione della Corte d'Appello di Napoli avevano condannato Cosentino a 10 anni nell'ambito del processo Eco4, nel quale l'ex coordinatore campano di Fi era accusato di essere stato il referente politico nazionale del clan dei Casalesi, con il quale avrebbe siglato un patto
per ottenerne l'appoggio elettorale in cambio di un contributo ai camorristi.

In primo grado Cosentino, assistito dagli avvocati Stefano Montone e Agostino De Caro, era stato condannato a 9 anni di carcere e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici per concorso esterno in associazione camorristica, con sentenza pronunciata dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere il 17 novembre 2016, dopo oltre 140 udienze.

Per Cosentino ora si apriranno le porte del carcere.

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