Una condanna a 4 anni irrogata al pentito Francesco Zagaria, non ritenuto credibile; tre rinvii a giudizio per altrettanti imputati che avevano scelto il rito ordinario e un patteggiamento a 2 anni, pena sospesa, per un dipendente di un istituto di credito. Si è chiusa così, ieri, davanti al gup del tribunale di Napoli Fabio Provvisier, l’udienza con rito abbreviato che vedeva sotto processo, in ordine a un secondo filone di inchiesta della Dda, l’ex primo cittadino e chirurgo Carmine Antropoli accusato, con alcuni ex amministratori e imprenditori, a vario titolo, di corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio e riciclaggio.
Per i pentiti, le imprese legate ai clan avrebbero ottenuto gli appalti in cambio di appoggi elettorale. Da evidenziare la caduta dell’aggravante camorristica, rimasta in capo soltanto al pentito condannato detto «Ciccio ‘e brezza»: una decisione, quella del giudice, che ha fatto quindi scattare la prescrizione per alcuni reati a carico di alcuni imputati, assolti in parte in formula piena e in parte dubitativa.
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