Fuori i cellulari dalle classi. Ma non solo per gli studenti. L'indicazione di depositare gli smartphone all'ingresso della scuola «in un apposito contenitore», comunicata attraverso una circolare da Antonella Tafuri, dirigente scolastica dell'Istituto omnicomprensivo statale «Formicola, Liberi, Pontelatone», in provincia di Caserta, riguarda, infatti, anche i docenti e i collaboratori scolastici. Nessuno, dunque, potrà entrare in aula, portando con sé il proprio smartphone, nemmeno se silenziato.
Fa discutere la decisione della dirigente che non solo ha vietato l'uso dei cellulari durante l'orario scolastico anche ai docenti, ma li ha anche obbligati a lasciare i dispositivi fuori dalla classe. L'iniziativa è stata presa «essendosi verificate - come si legge nella stessa circolare inviata a tutto il personale - diverse segnalazioni incresciose relative al personale scolastico tutto«. Da qui il «divieto di utilizzare il cellulare durante le lezioni e in orario di servizio, trattandosi di un elemento di distrazione propria e altrui».
Una proibizione rivolta agli insegnati mai così esplicita. Nelle «Indicazioni sull'utilizzo dei telefono cellulari e analoghi dispositivi elettronici in classe», arrivate alle scuole con una nota ministeriale del dicembre scorso, non c'è, infatti, uno specifico riferimento ai docenti. Nel documento ministeriale, si sottolinea, infatti, che «vige in via generale un divieto di utilizzo in classe di telefoni cellulari».
La circolare della dirigente, però, com'era prevedibile ha scatenato non poche reazioni da parte dei sindacati, tutti d'accordo nel contestarla. Mentre, verrà impugnata, dalla Gilda e dalla Cgil scuola. I rappresentanti sindacali, non criticano il divieto dell'uso in classe del telefono, che, peraltro, è implicito e risponde a regole di deontologia professionale, quanto la richiesta di depositare i dispositivi «in appositi contenitori», prima di entrare in aula.
Fermo restando che l'utilizzo del cellulare per scopi non didattici a scuola va certamente stigmatizzato, essi ritengono «esagerata» l'azione della preside. Anche perché, come sostengono i rappresentanti provinciali di Caserta di Cgil, Cisl, Snals e Gilda, i dirigenti scolastici hanno a disposizione altri strumenti, anche disciplinari, per ovviare a comportamenti individuali non corretti. Così invece si va a penalizzare tutti indiscriminatamente.