Il Papa: Rut Caserta esempio accoglienza,
prostituzione colpa trafficanti e clienti

Suor Rita Giarretta con Papa Francesco
Suor Rita Giarretta con Papa Francesco
di Claudio Coluzzi
Giovedì 21 Gennaio 2021, 14:07 - Ultimo agg. 14:30
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Papa Francesco lancia l'allarme per la tratta degli esseri umani che è ancora più crudele quando ha come vittime ragazze costrette alla prostituzione. Lo fa citando l'esempio della Casa di Rut di Caserta, fondata da suor Rita Giarretta, una realtà che cha accolto centinaia di ragazze costrette alla prostituzione in provincia di Caserta e Napoli, le ha strappate ai connazionali aguzzini, ha creato un lavoro per loro, ha consentito di condannare sfruttutori e autori della tratta.

La tragedia della tratta sembra «invisibile» e invece è «onnipresente» nelle nostre società. Lo sottolinea Papa Francesco alla prefazione al libro di Mariapia Bonanate «Io sono Joy» (San Paolo), rilanciata da Vatican News. «Quella di Joy - sottolinea il Papa - è una storia che accomuna tante altre persone, come lei rapite in una catena infernale e colpite dalla tragedia dell'invisibilità della tratta.

Una storia tanto sconosciuta quanto sinistramente onnipresente nelle nostre società globalizzate». Papa Francesco spiega di avere accolto l'invito  a scrivere questa prefazione «con il preciso intento di consegnare ai lettori la testimonianza di Joy come patrimonio dell'umanità». 

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Joy è una giovane che dalla Nigeria è arrivata in Italia, è stata costretta alla prostituzione ma poi ha trovato l'accoglienza della comunità «Casa Rut» di Caserta. «I trafficanti, individui senza scrupoli che prosperano sulle
disgrazie altrui, approfittano della disperazione della gente per soggiogarla al loro potere», dice il Papa indicando però anche altre responsabilità. «Dal momento che sono innumerevoli le giovani donne, vittime della tratta, che finiscono sulle strade delle nostre città, quanto questa riprovevole realtà deriva dal fatto che molti uomini, qui, richiedono questi servizi e si mostrano disposti a comprare un'altra persona, annientandola nella sua inalienabile dignità». 

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