Prova a porte chiuse, contestato il concorso
per un posto da primario in neurologia

Prova a porte chiuse, contestato il concorso per un posto da primario in neurologia
di Antonio Pastore
Sabato 17 Settembre 2022, 09:39 - Ultimo agg. 15:51
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La domanda è semplice: è possibile considerare valido un concorso in cui ai candidati è stato impedito di assistere all'esame orale degli altri concorrenti? Evidentemente no. E fondando su questo motivo l'avvocato Pasquale Marotta chiede l'annullamento e la ripetizione della prova per conto dei suoi due assistiti, docenti universitari della Vanvitelli nonché dirigenti medici della stessa università che avevano partecipato alla selezione per l'incarico di primario di Neurologia dell'ospedale di Caserta. La pubblicità delle prove, erga omnes, sottolinea il legale, vale sempre e per ogni tipo di procedura selettiva.

Invece è proprio il verbale n.1 della commissione incaricata della selezione a metterlo nero su bianco: «Il Presidente invita tutti i candidati, fatta eccezione del Dott. () primo da esaminare, ad allontanarsi temporaneamente dall'Aula. La Commissione all'unanimità decide di utilizzare due distinti ingressi, uno per l'entrata e l'altro per l'uscita dei candidati». La storia ha tutte le probabilità di diventare a breve materia di contenzioso giudiziario: il legale dei ricorrenti ha già depositato gli atti al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sezione Lavoro.

In questo caso è pacifico, argomenta il legale nell'esposto indirizzato al ministro della Salute e al presidente della giunta regionale (oltre che, ovviamente, al manager dell'azienda ospedaliera), che lo svolgimento della prova orale è avvenuto a porte chiuse contrariamente a tutte le norme vigenti, a partire dall'articolo 97 della Costituzione per finire al Dpr 497/1994 e al successivo Dpr 220/2011, che prescrivono per le prove orali la scelta di «un'aula aperta al pubblico di capienza idonea ad assicurare la massima partecipazione».

E ancora più grave sembra il fatto che ad essere esplicitamente esclusi dalla possibilità di assistere ai colloqui siano proprio i candidati. Come hanno più volte ricordato i giudici amministrativi, ciascun candidato è titolare di un interesse qualificato a presenziare alle prove degli altri concorrenti, al fine di verificare personalmente il corretto operare della commissione (vedi ad esempio Consiglio di Stato sentenza numero 1627/2015). Il Tar Cagliari, sezione II, nella sentenza n.227 del 13 marzo de 2019 fa notare che con l'assenza dei candidati «risulterebbe frustrata anche la sfera di possibile tutela dei partecipanti, i quali hanno la possibilità concreta di formulare eventuali contestazioni solo tramite la (previa) attribuzione della facoltà di poter assistere alla fase sostanziale e finale della procedura selettiva di assunzione».

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La vicenda inizia il 27 luglio 2021, quando l'azienda ospedaliera di Caserta indice il concorso per il conferimento dell'incarico quinquennale di direttore del reparto di Neurologia. Al concorso vengono ammessi anche due docenti universitari della Vanvitelli, gli stessi che poi faranno ricorso, ottenendo la valutazione di 66/100 e di 59/100 e quindi l'accesso alla selezione. Ad aprile di quest'anno la commissione stabilisce i criteri per l'attribuzione dei punteggi: per un tetto massimo complessivo di 100 punti sancisce che il curriculum può valere da 20 a 40 punti mentre la prova orale va da un minimo di 30 ad un massimo di 60, diventando così il passaggio fondamentale per l'individuazione del vincitore. Per la valutazione del curriculum la commissione compila una scheda analitica per ogni candidato mentre per l'orale predispone 3 quesiti di carattere tecnico-professionale e 3 quesiti di carattere gestionale, contenuti in buste che vengono sorteggiate al momento dell'esame. I due ricorrenti ottengono per il curriculum, rispettivamente, 29 e 36 mentre all'orale si fermano entrambi al minimo, cioè a 30 punti. La dottoressa Stefania Miniello, che risulterà vincitrice, per il curriculum ottiene 29,6 punti mentre all'orale totalizza 55 punti.
 

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