Lo dice subito: «Io sono siciliano, tengo più alla parola data che a quella scritta». Lo dice chiaro e tondo Antonino Messineo, questore di Caserta dal 10 gennaio. Poliziotto purosangue di Agrigento, non crede alle promesse, ma agli schemi sì. E pure ai programmi, ai fatti. Non sono trascorsi nemmeno cinquanta giorni dalla sua venuta a Caserta che presenta già il bilancio, tranchant, preciso: «Fra questi numeri - dice sfogliando le segnalazioni dei suoi agenti - non mancano i provvedimenti di sequestro di patrimoni del valore di 30 milioni di euro», spiega. Si tratta della confisca di beni operata mercoledì scorso (imprese di calcestruzzo e quote societarie): conti bancari di Clemente Izzo di San Felice a Cancello. Il fratello di Izzo gestisce un celebre bar nel cuore di Caserta. Non è un caso che la notizia del provvedimento abbia fatto rumore anche in città, provocando un piccolo terremoto.
L'aggressione ai patrimoni delle mafie è un pallino fisso del nuovo questore. Se la Sicilia per lui rappresenta il mare, questo pezzo di entroterra del casertano è lo scoglio: «Credo molto nelle misure di prevenzione - continua Messineo - e credo nel riutilizzo ai fini sociali dei beni confiscati che rappresenta uno smacco alla criminalità organizzata e, allo stesso tempo, un esempio.
Sul fronte dell'attività relativa agli extracomunitari presenti nella provincia di Caserta, sono stati emessi dal questore di Caserta e, quindi, eseguiti 11 provvedimenti di espulsione, accompagnamento alla frontiera, ordine di abbandonare il territorio nazionale. Ma resta la piaga enorme di Castel Volturno, del litorale tutto dove regnano intere comunità illegali che non pagano tasse, colonie di spacciatori libere di agire. Anche lì bisognerà mettere mano. Meglio prima che poi. «Le nuove tecnologie continua il questore Messineo rappresentano una strategia fondamentale non solo per arginare le devianze criminali ma anche per far accrescere la vicinanza alle istituzioni e la percezione di sicurezza nella popolazione». Il punto cruciale restano i beni appartenuti alla camorra. «Ci sono edifici confiscati in via definitiva, ma ancora occupati da persone che non ne hanno il diritto - conclude Messineo - in accordo con il prefetto che tiene molto a questo tema, abbiamo deciso di imprimere un'accelerazione alla liberazione per restituirli alla comunità. Le persone devono capire che possono rivolgersi a noi, dobbiamo esprimere fiducia».