C'era un piano per uccidere il neomelodico di Gomorra Raffaello

C'era un piano per uccidere il neomelodico di Gomorra Raffaello
di Mary Liguori
Domenica 16 Agosto 2015, 22:28 - Ultimo agg. 17 Agosto, 07:46
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CASERTA - C’era un piano per uccidere il neomelodico Raffaello, finito in manette per aver sparato in un ristorante di Teverola e ora ai domiciliari, ma con «licenza di cantare», visto che il giudice che ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare gli ha concesso il permesso di uscire per tenere concerti e serate. Il cantante tentò di uccidere il nipote di un boss e il giovane, assieme ai suoi amici, si stava preparando per dargli «una lezione», ma sia lui che gli altri furono arrestati prima di avere il tempo di eseguire l’agguato.

È quanto emerge dalle carte che riguardano l’arresto del cantante, quegli stessi verbali di intercettazione trascritti dalla polizia (le indagini sono del commissariato di Aversa, diretto dal vicequestore Paolo Iodice) che il 24 luglio scorso portarono alla cattura di dieci persone considerate componenti di una gang dedita allo spaccio di cocaina.

Tra loro c’erano il nipote del capoclan Andrea Autiero, del gruppo degli «scusuti», considerato costola degli Schiavone, e il suo guardaspalle. E, secondo la procura, proprio all’indirizzo del rampollo della cosca di Aversa e del suo uomo di fiducia il cantante fece fuoco lo scorso 20 giugno. Raffaello era intenzionato ad uccidere, secondo il gip di Napoli Nord che ha spiccato ordinanza per il reato di tentato omicidio, ma ferì un cameriere che nelle beghe scoppiate per un microfono fatto sparire non c’entrava proprio nulla.

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