Mondragone, ragazzi in casa-famiglia
si prostituivano per birre e sigarette

Mondragone, ragazzi in casa-famiglia si prostituivano per birre e sigarette
di Mary Liguori
Venerdì 2 Agosto 2019, 10:11
3 Minuti di Lettura
Una birra, una sigaretta. Una ricarica telefonica. Tanto vale un ragazzo, minorenne, sul Litorale Domitio. Tanto «pagavano» i pervertiti che, dal Basso Lazio, ogni giorno, arrivavano a Mondragone col solo scopo di fare sesso con i minori. Lo scandalo è scoppiato ieri, in sordina.
 
Dopo un anno di voci che si sono rincorse, di ipotesi giornalistiche circostanziate e di falsi allarmi sui social. Ieri, il gip di Napoli ha messo un punto alla «leggenda» dei babyprostituti di Mondragone. E, nello spiccare l'arresto di tre soggetti residenti tra Formia e Gaeta, età trai 40 e i 50 anni, il giudice mette un punto sulle ipotesi di «insabbiamento» avanzate dopo la psicosi scoppiata nell'autunno scorso, quando fu denunciato un giro di prostituzione minorile con vittime giovanissimi bulgari.
«NESSUN INSABBIAMENTO»
Ebbene, l'inchiesta non è stata insabbiata né il fenomeno trascurato. Lo dimostra il fatto che ieri tre persone sono state arrestate per riduzione in schiavitù. E dal riserbo calato dagli inquirenti sull'operazione, si può ipotizzare che le indagini siano tutt'altro che chiuse. I tre arresti potrebbero essere solo la punta di un iceberg. Da ciò che è emerso, la vicenda ha contorni addirittura più inquietante di quanto si ipotizzava nei mesi scorsi. Le vittime dei tre pervertiti sono ragazzi affidati alle case famiglia. Alcuni italiani, altri stranieri, il più grande non ha che quindici anni.

Dalla padella alla brace: è la sintesi della sorte dei minorenni allontanati da contesti familiari problematici, allo scopo di consentire loro di vivere un'infanzia serena, e affidati alle case famiglia. Dalle strutture protette, a quanto pare, i ragazzini si allontanavano per incontrare i clienti e, almeno al momento, non è chiaro se gli operatori responsabili della loro tutela siano stati semplicemente ingannati dai ragazzini, o se siano stati colpevolmente distratti. La storia parla di incontri sessuali sul lungomare di Mondragone in cambio di ricariche per il cellulare, di un pacchetto di sigarette o di una birra. «Ricompense» miserrime come le condotte di chi ha approfittato di bambini pur di appagare i propri istinti violandone l'innocenza. Gli adescamenti, a quanto pare, non erano affatto casuali. Tant'è vero che le persone indagate non abitano sul Litorale Domitio, ma tra Formia e Gaeta. Ciò significa che i tre arrivavano di proposito sul Litorale, presumibilmente dopo aver preso appuntamento con le piccole vittime.
LO SCANDALO
Le indagini, coordinate dalla Procura di Napoli, potrebbero a breve avere degli sviluppi. Le falle del sistema affidamenti, di recente oggetto di cronaca per il caso limite di Bibbiano, impongono verifiche approfondite su cosa sia successo a Mondragone e su come sia stato possibile perdere del tutto il controllo su ragazzini non ancora quindicenni che erano stati loro affidati proprio per tutelare la loro infanzia. E invece, a quanto pare, uscivano spesso dalle strutture di protezione e si incontravano con gli uomini di mezz'età che partivano dal basso Lazio col solo scopo di avere rapporti sessuali con loro. Uno squallido mercato al quale ieri la Procura di Napoli ha messo la parola fine ottenendo l'arresto dei tre presunti clienti dei babysquillo. Un punto, per ora, ma come detto le indagini potrebbero ampliarsi anche sul fronte dei minori stranieri che vivono per strada, mentre i genitori lavorano, sottopagati, nei campi e nei cantieri. Su di loro, nei mesi scorsi, si è concentrata l'attenzione dei media.
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