Ragazzo invalido, l'Inps:
«No all'accompagnamento»

Ragazzo invalido, l'Inps: «No all'accompagnamento»
Ragazzo invalido, l'Inps: «No all'accompagnamento»
di Marilù Musto
Mercoledì 22 Marzo 2017, 07:45
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Vitulazio. È invalido al 100 %, ma l’Inps gli nega l’assegno di accompagnamento. È la storia di Riccardo, 18 anni, gravemente affetto da una forma di handicap, come diagnosticato dai medici dell’ospedale pediatrico «Bambin Gesù» di Roma che spiegano che il ragazzo «non è in grado di svolgere autonomamente alcun atto della vita quotidiana». La storia triste di Vitulazio è stata portata persino in Parlamento con una interrogazione di Mario Sberna e Alessandro Pagano. Ora, però, finisce anche in Procura dopo una denuncia del padre del ragazzo depositata negli uffici del palazzo di giustizia di Santa Maria Capua Vetere e, soprattutto, sulla scrivania del pm Raffaele Cantone, presidente dell’Anticorruzione.
«È uno scandalo», spiega l’avvocato Fabio Candalino che cura la pratica di Riccardo. «Con la famiglia abbiamo chiesto aiuto a tutte le istituzioni, Riccardo non è autosufficiente, ma gli è stato tolto un diritto dopo il diciottesimo anno di età». Ma come è successo tutto questo? È capitato che il padre, nonostante una certificazione del Bambin Gesù, si sia recato al vicino patronato per chiedere delucidazioni sul prosieguo dei sostegni forniti al figlio diversamente abile. Il Caf avrebbe indicato al genitore di recarsi di nuovo all’Asl locale per una nuova valutazione.
E l’Asl di Caserta, dopo aver visitato il ragazzo - che con fatica ha partecipato all’analisi - ha risposto. Come? Lo spiega la famiglia di Riccardo: «La Commissione medica ha richiesto l’integrazione della documentazione sanitaria, dalla quale si evinceva la ulteriore, ancorché superflua e mortificante, conferma della gravità del quadro clinico. Poi, ha emesso una decisione sconcertante: la Commissione medica ha riconosciuto lo stato di “invalidità totale e permanente”, negando la necessità di assistenza, il cosiddetto “accompagnamento” e ha fissato una visita di revisione per il 2020».
In seguito al diniego è stato inoltrato un esposto alla Direzione Generale dell’Inps - settore disciplinare - e alla Procura regionale della Corte dei Conti, non solo al fine di denunciare la mancata applicazione del citato comma 6 dell’articolo 25, ma anche per segnalare il generale malfunzionamento dell’Inps di Caserta. 
«Siamo disperati - dice adesso il padre di Riccardo, in rappresentanza della famiglia - ci è stato tolto un diritto, oltre a subìre la situazione di nostro figlio veniamo anche umiliati come genitori».
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