I beneficiari del reddito di cittadinanza svolgeranno lavori socialmente utili, anche a Caserta. I progetti di utilità collettiva, annunciati a marzo, sono stati infatti finalmente approvati in giunta dal Comune che si dice pronto a partire entro il prossimo mese di ottobre. Sono 344 su 375 i percettori del reddito ai quali verrà garantita una opportunità di inclusione sociale e lavorativa. Tutti loro verranno infatti coinvolti, per un periodo dai sei ai dodici mesi, in una serie di attività in ambito culturale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni da svolgere nel proprio comune di residenza.
«Sono dodici le associazioni e gli enti del terzo settore del territorio che hanno risposto all'avviso pubblico dell'Ente - spiega l'assessore alle Politiche sociali, Maria Giovanna Sparago - presentando ben venticinque progetti, tutti molto validi, che consentiranno ai beneficiari del reddito di cittadinanza di recuperare la loro dignità lavorativa e svolgere attività a sostegno della comunità nella quale vivono così come previsto dalle normative vigenti.
Nel dettaglio si tratta delle parrocchie San Lorenzo Martire della frazione di Casolla e San Pietro in Cattedra del rione Tescione, di CittadinanzAttiva, della coop Convivendo, del comitato Città Viva, del centro sociale ex Canapificio, del comitato di Parco degli Aranci, della fondazione Ig Students, dell'associazione L'Isola di Arturo, del comitato Biblioteca organizzata, dell'associazione «Di. Co. Qui.», dell'ente di promozione sociale Onmic. Tra le attività la manutenzione delle villette comunali e del verde pubblico, la pulizia e la gestione dei beni comuni, l'assistenza agli anziani, l'aggiornamento del patrimonio librario, il monitoraggio ambientale, ma anche animazione, laboratori e percorsi educativi per l'infanzia e attività di sportello al reddito per le famiglie in difficoltà. La partecipazione ai Puc sarà obbligatoria, pena la perdita del sussidio, e richiederà un impegno settimanale tra le otto e le sedici ore. Esonerati gli over 65enni, disabili e persone affette da patologie, chi ha già una occupazione con un reddito annuo superiore a 8.145 euro (in caso di lavoro dipendente) o maggiore di 4.800 euro all'anno (lavoro autonomo). Ma anche chi frequenta un regolare corso di studi o di formazione professionale, chi beneficia di una pensione di cittadinanza, chi deve prendersi cura di un familiare non autosufficiente oppure chi ha figli di età inferiore ai tre anni. «Una prima scrematura è stata già effettuata dice l'assessore i 344 che stiamo per contattare dovrebbero essere tutti compatibili». I progetti saranno finanziati con le risorse del decreto Povertà.