«Reggia di Caserta, ladri al seguito
di chi stava svuotando i serbatoi»

«Reggia di Caserta, ladri al seguito di chi stava svuotando i serbatoi»
di Lidia Luberto
Domenica 17 Febbraio 2019, 13:30
2 Minuti di Lettura
Il furto del cavo di rame avvenuto nei giorni scorsi al piano situato immediatamente sopra gli appartamenti della Reggia di Caserta, pone ancora una volta il problema della sicurezza del monumento.

Una questione estremamente complessa considerata l'enorme estensione del complesso vanvitelliano, i numerosi spazi vuoti e la coabitazione di diversi uffici e istituzioni: vi sono, infatti, ancora ospitati la direzione della reggia, la soprintendenza ai beni artistici di Caserta e Benevento, l'Aeronautica (alcuni gli appartamenti occupati da ufficiali), la Scuola superiore dell'amministrazione, i Nas, e il primo nucleo dell'Archivio di Stato (dove peraltro sono da poco cominciati i lavori).
 
In particolare, gli spazi dove è avvenuto il furto, un tempo ospitavano le camerate degli allievi dell'Arma azzurra, ma ora sono completamente vuoti e affidati dal Demanio alla Reggia, «anche se la competenza e la sorveglianza almeno per ora non sono assegnate a nessun ente», spiega Flavia Belardelli, la funzionaria che ha anche l'incarico della sicurezza. Comunque, appare chiaro che il terzo piano sia una sorta di «terra di nessuno», sul quale nessuno sembra avere l'onere della sorveglianza, peraltro davvero difficile in quegli enormi spazi che hanno la stessa estensione della reggia stessa. «Quando l'Aeronautica ha dismesso questi ambienti insieme a quelli che aveva al piano reale, ha precisato dice Belardelli - che aveva ancora delle servitù impiantistiche in quegli spazi e cioè, appunto dei cavi e il motore di un ascensore da rimuovere. Dunque, presumo che il furto sia avvenuto proprio perché in questi giorni si stavano effettuando le rimozioni negli ultimi piani e c'era transito di persone. È probabile perciò che, qualcuno, non necessariamente chi vi stava effettuando i lavori, avendo conoscenza dell'esistenza di quel materiale, abbia approfittato del movimento, facendo, poi, facilmente cadere i sospetti su chi era impegnato in queste operazioni».

Una reggia colabrodo, sembrerebbe, alquanto vulnerabile viste le tante entrate e le numerose attività che vi si svolgono. Un rischio che l'architetta Belardelli esclude assolutamente. «È impossibile che qualcuno possa penetrare negli appartamenti e meno che mai arrivando dai piani superiori, dalle ex camerate o dai sottotetti. Anche se tutte le scale della reggia mettono in comunicazione i tre piani, gli accessi e le porte sono sigillati e blindati, perciò, non c'è può esserci alcun pericolo. Anche perché nulla è cambiato da quando quella superficie era occupata dalle camerate degli avieri. Inoltre, - assicura la funzionaria - tutto il piano nobile è controllato 24 ore su 24 con la videosorveglianza. Allora, in questa occasione l'unica cosa plausibile che può essere successo è che qualcuno si sia intrufolato al seguito di chi stava effettuando la rimozione dei serbatoi».
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA