Dalla Gentileschi a Salvator Rosa,
l'arte si svela alla Reggia di Caserta

Dalla Gentileschi a Salvator Rosa, l'arte si svela alla Reggia di Caserta
di Lidia Luberto
Giovedì 25 Luglio 2019, 12:00
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Stanno arrivando «alla spicciolata» e con tutte le cautele che meritano i preziosi quadri che andranno a formare la prestigiosa mostra «Da Artemisia a Hackert. Storia di un antiquario collezionista alla Reggia», in programma dal 13 settembre prossimo al 13 gennaio 2020 nella sala degli alabardieri, nella sala delle guardie del corpo e nelle retrostanze settecentesche degli appartamenti storici.
 
Un trasferimento che sta avvenendo sotto la supervisione del gallerista londinese di origini italiane, Cesare Lampronti, che accolse l'idea dell'ex direttore della reggia Mauro Felicori, di «prestare» per l'occasione le sue opere alla Reggia. Infatti, Lampronti è a Caserta per controllare di persona l'arrivo dei pezzi e la loro sistemazione. L'esposizione, curata dal critico Vittorio Sgarbi, radunerà a Caserta 85 opere, riconducibili a cinque aree tematiche differenti: pitture caravaggesche; pittura del '600; vedute; paesaggi e nature morte. Tra gli autori in mostra Artemisia Gentileschi, Bernardo Cavallino, Salvator Rosa, Luca Giordano, Baciccio, Pietro da Cortona, Rubens, Pompeo Batoni, Guercino, Canaletto, Bellotto, Gaspar van Wittel, Jakob Philipp Hackert, Antonio Joli, Nicolas Poussin, Claude Lorrain, Francesco Solimena, Bartolomeo Bimbi e Paolo Porpora.

Grande l'emozione dei funzionari e dei dipendenti della Reggia che stanno accogliendo i mezzi con il prezioso carico. «Non nascondo la mia gioia e il mio turbamento nel trovarmi di fronte a queste opere», dice il funzionario responsabile della valorizzazione, Vincenzo Mazzarella. «Vedere così da vicino i quadri che si svelano ai presenti man mano che vengono liberati dall'imballaggio è una cosa indescrivibile. Almeno per chi ama l'arte».

La mostra nasce con lo scopo di avvicinare il mondo del collezionismo privato e delle gallerie d'arte a quello dei musei, intesi come luoghi deputati alla fruizione e alla valorizzazione culturale per pubblici sempre più eterogenei. «Essa si propone - come venne spiegato durante la presentazione, avvenuta nel salone d'onore dell'Accademia nazionale di San Luca a Roma - di mostrare il legame esistente tra le opere già presenti all'interno della collezione reale, esposta nelle sale della Reggia, e i dipinti presenti nella Lampronti Gallery, nonché di esaltare il fascino della pittura del '600 e '700 nella sua globalità. Ma per la Reggia, questa rassegna ha un merito e una ragione in più: è, infatti, l'occasione di avere per la prima volta a Caserta «Il porto di Salerno» di Jakob Philipp Hackert, che è il «pezzo» mancante della serie dei porti realizzata da Hackert per il re Ferdinando IV di Borbone. L'esposizione diventa così occasione per mostrare ai visitatori l'intera serie dei «Porti del Regno», recentemente restaurata. L'opera «Il porto di Salerno» (2,20 metri per 1,35) è datata 1797, e raffigura lo scalo salernitano visto da Vietri sul Mare, con cavalieri e figure in primo piano, il Castello di Arechi sullo sfondo e velieri in baia. «Il pezzo, che era rimasto nello studio del pittore - ha raccontato Lampronti - era poi finito a Londra e io, un anno fa, l'ho comprato a un'asta da Christie's per 550mila euro». Lampronti, al termine della rassegna, donerà alla Reggia «Il supplizio di Sant'Apollonia» di Salvator Rosa.
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