Morto Lamberti, stroncato da malore:
cinquant'anni nell'abbigliamento

Morto Lamberti, stroncato da malore: cinquant'anni nell'abbigliamento
di Franco Tontoli
Giovedì 13 Agosto 2020, 11:40
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Fulminato da un malore sulla sabbia del Lido Sporting di Baia Domizia, poco prima delle 13 di ieri se n'è andato così Renato Lamberti, 72 anni di paciosità e, insieme, di vivacità commerciale espressa alla luce di un'insegna che aveva innalzato a Caserta, al corso Trieste, nel 1969. Cinquant'anni di attività, titolare di un negozio di abbigliamento di varie griffe, qualità e convenienza, la simpatia che era calamita.

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Se n'è andato, Renato Lamberti, a qualche mese dall'aver compiuto le nozze d'oro col commercio, a qualche mese dalla sofferta chiusura dell'ultimo esercizio che aveva aperto, sempre sul corso, ma di fronte alla prima sede ad angolo con via Galilei. Sarebbe stato già tempo di pensione per lui, ma come sradicarlo dal lavoro che si portava nel sangue? Anagraficamente nativo di Santa Maria Capua Vetere, qui l'abitazione per dormirci, il resto della giornata nei giorni feriali con orario 8-13 e 15-20 nel negozio, pendolare fra le due città, mezzo sammaritano e mezzo casertano.

Diceva: «Sono attaccatissimo alla Madonna Assunta per la festa del 15 agosto a Santa Maria e attaccatissimo a Sant'Anna per la festa di luglio a Caserta». Era venuto nel capoluogo sulla scia di altri commercianti poi casertanizzati: Fuoco macchine per cucire, Agovino, Sgueglia e, per poco, Masciandaro tutti dell'abbigliamento. Alla città d'adozione era legato, non c'è stata manifestazione cui non facesse mancare il suo contributo. Si innamorò della Casertana calcio, complici Gigino e Enzo Cuccaro, e della società divenne dirigente e contribuente.
In seno all'associazione commercianti era presidente del settore abbigliamento, pacioso il carattere ma fermo nelle sue battaglie di categoria. Si transitava davanti al suo negozio ed era un trappola, il caffè da Ciro Martucci lì accanto, poi sciorinava l'elenco delle cose che non andavano. Inevitabile farne resoconto. L'ultimo, Il Mattino lo ha fatto il 4 ottobre 2019, quando raccolse l'ultima filippica contro la Ztl, uno dei motivi per cui chiudeva bottega, cosa che fece il 10 gennaio. «Mezzo secolo di attività disse ed è arrivata l'ora dello stop, una resa davanti alle armi spianate di quanti hanno mortificato i nostri sacrifici, provvedimenti di viabilità nati per presunta difesa della salute che si sono rivelati micidiali per il commercio». Renato Lamberti per questi motivi anni fa suggerì di chiamare il corso non più Trieste ma «triste». Da ieri la strada lo è parecchio di più.
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