«Ricariche e scarpe per fare sesso
con il prete», parlano i babysquillo

«Ricariche e scarpe per fare sesso con il prete», parlano i babysquillo
di Mary Liguori
Mercoledì 20 Gennaio 2021, 08:00
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Il procedimento canonico non è ancora iniziato, ma quello penale continua con una serie di accertamenti e interrogatori di presunte vittime e persone informate sui fatti. Lo scopo è chiarire se, effettivamente, don Gianfranco Roncone, il parroco di Presenzano, sia responsabile di induzione alla prostituzione minorile. Un paio di scarpe, una ricarica telefonica. In cambio di questo tipo di «regali» avrebbe ottenuto atti sessuali da ragazzini che frequentavano il suo oratorio e che hanno preso parte ai campi estivi organizzati dalla parrocchia. Accuse gravissime quelle mosse contro il sacerdote, accuse che la comunità parrocchiale che ha diretto per diversi anni e dalla quale è stato allontanato dal vescovo Cirulli, respinge con forza. Don Roncone è finito «per caso» sotto inchiesta. I carabinieri stavano indagando su un giro di prostituzione che coinvolgeva minorenni in diversi comuni della provincia di Caserta, quando sono incappati in un elemento che ha poi portato agli accertamenti sul prete. Si sa che, dal punto di vista dell’accusa, tra il prete e i minori c’era un «gancio», una sorta di «ruffiano» che avrebbe messo in contatto il religioso con i ragazzini. Si tratta di un ventenne di Vairano Patenora indagato in concorso con il sacerdote sospeso dalle funzioni ministeriali. Ed è su di lui, su quel ventenne che, in un primo momento almeno, era stato puntato il faro della Procura. Quando il raggio dell’inchiesta si è esteso, la casa del parroco è stata perquisita e i suoi computer e i suoi cellulari sono stati sequestrati. Dall’analisi dell’hard disk, gli investigatori cercano la «prova» di quanto confermato da un paio di ragazzini considerati nel gruppo dei baby-squillo con i quali il prete avrebbe avuto rapporti sessuali. Perché, va chiarito, nessuno ha spontaneamente denunciato il sacerdote: le vittime sono state rintracciate dai carabinieri e hanno ammesso, solo di fronte alle domande degli investigatori, di aver fatto sesso con degli adulti in cambio di «regalini». Tra quegli adulti, ci sarebbe anche don Roncone.
 
 

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