Riecco le strisce pedonali e ora saranno «indelebili»

Riecco le strisce pedonali e ora saranno «indelebili»
di Claudio Coluzzi
Giovedì 17 Marzo 2022, 07:47 - Ultimo agg. 22 Febbraio, 17:04
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L'intervento è epocale. In alcune strade cittadine gli operai sono al lavoro per ridisegnare le strisce pedonali che da anni e anni sono praticamente invisibili in tutta la città di Caserta. Ieri un nutrito gruppo di persone stava operando in via Patturelli e l'eccezionalità dell'evento era confermata dal fatto che i passanti (me compreso) si fermavano a fare foto con il telefonino. La storia delle strisce pedonali che sbiadiscono già dopo alcuni mesi dalla loro comparsa, fino a diventare praticamente invisibili, è uno dei «giall» dell'arredo urbano della città di Caserta. Ma ieri mattina, guardando gli operai al lavoro e avendo modo di ricordare i colleghi che avevano operato qualche anno fa, la ragione delle strisce invisibili inizia a farsi strada anche per chi non è esperto di pittura sull'asfalto. Infatti l'ultimo intervento del genere veniva effettuato con tre elementari strumenti: un secchio di pittura, un pennello e un listello di legno per evitare di tracciare delle strisce a zig-zag. È evidente che quel sistema (o quella pittura) non durava più di tanto. Ieri mattina, invece, una specie di caldaia era montata su un camion. Questo dispositivo scioglieva una sorta di pasta di colore bianco che, una volta spalmata sul'asfalto, penetrava in profondità.


«State sicuro che ora questa non si cancella» dichiarava uno degli operai in risposta alla curiosità di chi osservava la nuova operazione.

Finalmente, dopo vari anni di rischi per pedoni ed automobilisti, tornano a Caserta le strisce pedonali. E la cosa, oltre al fatto che le strisce sono in realtà una prescrizione del codice della strada, ha una sua valenza anche per quanto riguarda il decoro. Del resto il lungo tempo necessario a scoprie la «formula giusta» per le strisce pedonali non deve stupire. Capita spesso dalle nostre parti in tema di viabilità. Basti pensare alla storia del Ponte di Ercole, ossia alla strada che passa sotto il Parco della Reggia grazie ad un mini tunnel. Sotto a quel tunnel, sempre per anni, si sono incastrati decine camion, furgoni e finanche ambulanze. Con il risultato di paralizzare il traffico di mezza città. Sono stati spesi inutilmente decine di migliaia di euro in cartelli, dissuasori e paletti vari, fino a scoprire, anche lì, la formula vincente.


Dopo il ritorno dello «zebrato» agli incroci si può ora sperare che spariscano dalle strade altre cose. In particolare quintali di ferraglia sotto forma di cartelli stradali, pannelli non funzionanti, semafori disattivati e mai rimossi che danno testimonianza della sciatteria nell'arredo urbano. Alcuni di questi pezzi da archeologia stradale sono quasi monumentali. Come il cartello a led con le insegne della Regione Campania collocato in Corso Giannone che dovrebbe misurare e comunicare in tempo reale il livello di polveri sottili nell'aria. Non sono da decenni non comunica un bel niente ma occupa parte del marciapiede e rischia di cadere in testa a qualcuno visto che la base è completamente arrugginita. Pochi metri più avanti, sempre in Corso Giannone, c'è invece una specie di catafalco giallo che all'origine era un dispositivo per chiedere soccorso medico in caso di malore di un passante. Ora il passante può solo sbatterci contro mentre cammina sul marciapiede. Ed ancora decine e decine di segnali inutili (l'indicazione del provveditorato in via Ceccano che non c'è più da tempo), di aste di cartelli ormai acefali, di semafori disattivati e rimasti penzoloni. Tutto lavoro per l'assessorato al decoro urbano. Già quello c'è ma non mostra molta vitalità.
 

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