Rifiuti, costi sostenuti ma la differenziata è out

La raccolta differenziata al 51,7% peggio anche della media regionale

Cumuli di spazzatura a Caserta
Cumuli di spazzatura a Caserta
di Domenico Zampelli
Domenica 27 Novembre 2022, 09:43 - Ultimo agg. 11:20
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Tari, in Italia Caserta è fra quelli messi meglio in mezzo a quelli messi peggio. O, se preferite, siamo fra quelli messi meno peggio. Lo certifica, misura e documenta l'annuale rilevazione condotta dall'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva sui 112 capoluoghi di provincia italiani. L'indagine, prendendo come parametro e riferimento un nucleo familiare composto da tre persone che vivono in un'abitazione di 100 metri quadri, fissa a 314 euro la tassa per i rifiuti pagata in media nel 2022 da una famiglia nel nostro Paese, con un aumento del 2,3% rispetto all'anno precedente e del 24% negli ultimi dieci anni.

Rispetto a questo importo Caserta è un bel po' altina, visto che intorno alla Reggia si pagano 368 euro.

Che possono essere tanti rispetto alla media nazionale, ma diventano pochi se confrontati con la media regionale, che sale fino a 414 euro e fa della Campania il territorio più caro in Italia, nonostante un decremento dello 0,6% rispetto al 2021.

È al Sud, peraltro, che si registra tendenzialmente la spesa più elevata: non solo c'è la Campania in testa a livello regionale, ci sono anche otto capoluoghi di provincia meridionali nella top ten dei più cari, guidata da Catania dove una famiglia spende mediamente 594 euro l'anno, con un incremento di quasi il 28% rispetto al 2021. La regione in cui c'è la spesa media più bassa è invece il Trentino Alto Adige (212 euro), dove si registra però un aumento del 6,2% rispetto all'anno precedente. Fra i capoluoghi di provincia, invece, è Udine quello meno caro, con una spesa media a famiglia di 174 euro.

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I numeri di Caserta ci pongono nella fascia mediana, non solo negli importi ma anche nella gestione della tariffa, che Palazzo Castropignano ha lasciato immutata così com'è accaduto a Napoli: non facciamo parte, quindi, né dei 63 capoluoghi in cui vengono registrati aumenti (fra i quali c'è Avellino), né dei 27 che invece fanno registrare una diminuzione (un elenco che comprende anche Benevento e Salerno), in una forbice che vede da una parte l'aumento a Cosenza (+40,9%) e dall'altra la riduzione a Caltanissetta (-7,4%). Va peraltro aggiunto che Caserta è il capoluogo campano che durante la pandemia ha maggiormente compresso le tariffe, riducendole di 27 euro. Nel 2019, infatti, l'importo da pagare sfiorava i 400 euro. Forte riduzione anche a Benevento (-26 euro), meno corposa a Salerno (11 euro in meno), mentre Napoli ha mantenuto intatta la tariffa ed Avellino l'ha addirittura incrementata di 28 euro.
Ma quali sono gli importi accertati da Cittadinanzattiva? Per il primato di capoluogo più caro se la giocano Salerno (456 euro nella famiglia tipo considerata nell'indagine), Napoli (455 euro) e Benevento (445 euro). Caserta guarda da lontano a quota 368 euro, ed Avellino chiude a 343 euro.

Qualcosa, anzi più di qualcosa va rivisto sul versante della raccolta differenziata. In questo caso con una percentuale del 51,7% ci troviamo al di sotto sia della media nazionale (63%) che di quella regionale (54%). In Italia fanno peggio solo 28 capoluoghi (fra cui Napoli con una percentuale del 34,5%). Molto meglio invece ad Avellino (70,4%, posizione 38 in Italia) e Benevento (66,1%, posizione 50 a livello nazionale), con Salerno a quota 59,8% (casella 69 in Italia). Bisogna lavorare in questo senso, per migliorare questi numeri come pure in altre direzioni potenzialmente utili per abbattere le tariffe, come ad esempio con il compostaggio domestico, processo che trasforma i rifiuti organici in fertilizzante.
 

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