Rissa al carcere di Santa Maria,
feriti due agenti di polizia penitenziaria

Rissa al carcere di Santa Maria, feriti due agenti di polizia penitenziaria
di Marilù Musto
Sabato 17 Settembre 2016, 11:49 - Ultimo agg. 11:53
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Una cella del carcere di Santa Maria Capua Vetere distrutta, due agenti della polizia penitenziaria picchiati e spediti in medicheria. È il bilancio dell’ultima aggressione tra le sbarre commessa da un detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, dove il numero degli agenti è sempre più esiguo e quello dei detenuti considerati pericolosi, invece, è altissimo. Così, si riapre la questione sicurezza nella casa circondariale più grande dell’intera provincia di Caserta. L’aggressione è accaduta ieri mattina alle ore 12, circa, mentre in un’ala del carcere si stavano celebrando gli interrogatori di garanzia degli indagati nell’ultima mega inchiesta sul business dei rifiuti di Piedimonte Matese, Alvignano e Casagiove.

Protagonista del fatto, il detenuto Giuseppe Pimpinella, 33 anni di Santa Maria Capua Vetere, arrestato nel 2011 e poi ancora nel 2013 con l’accusa di rapina a mano armata in una gioielleria situata tra San Prisco e Santa Maria. Pimpinella era stato segnalato alle forze dell’ordine anche nel 2011 per aver dato fastidio ai vicini. Insomma, un detenuto non facile da gestire. «Ora basta, serve più tutela tra le mura del carcere», grida il sindacato degli agenti della penitenziaria.

Stando ad alcune indiscrezioni, Pimpinella era stato rinchiuso in una stanza in isolamento per punizione, l’uomo avrebbe letteralmente fatto a pezzi i servizi d’igiene della cella. Quando gli agenti sono entrati nella stanza per placare la sua ira, l’uomo li ha aggrediti con calci e graffi. Sono serviti quattro uomini in divisa per placare la sua ira. Successivamente, è stato bloccato e portato in un altro reparto. Solo sei giorni fa, a Perugia era stata registrata un’altra aggressione in carcere.

«Servono adeguate sanzioni a chi si rende responsabile di violenza contro appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria», tuonano i portavoce del Sappe che rappresenta i poliziotti. «Ogni giorno contiamo eventi critici nelle carceri regionali: basta! È sotto gli occhi di tutti - continua la nota - che servono urgenti provvedimenti per frenare la spirale di tensione e violenza che ogni giorno coinvolge gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria».
Donato Capece del direttivo nazionale del Sappe denuncia il ciclico ripetersi di eventi critici in carcere che vede coinvolti, inoltre, detenuti stranieri. Il problema è: come svuotare le carceri? «È sintomatico - spiega il leader nazionale dei Baschi Azzurri -che negli ultimi dieci anni ci sia stata un’impennata dei detenuti stranieri nelle carceri italiane, che da una percentuale media del 15% negli anni ’90 sono passati oggi ad essere oltre 18mila. Fare scontare agli immigrati condannati da un tribunale italiano con una sentenza irrevocabile la pena nelle carceri dei Paesi d’origine può anche essere un forte deterrente nei confronti degli stranieri che delinquono in Italia».
E così, le celle italiane potrebbero svuotarsi con il rimpatrio dei detenuti stranieri.
 
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